Memoria di san Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa: nato in Dalmazia, nell’odierna Croazia, uomo di grande cultura letteraria, compì a Roma tutti gli studi e qui fu battezzato; rapito poi dal fascino di una vita di contemplazione, abbracciò la vita ascetica e, recatosi in Oriente, fu ordinato sacerdote. Tornato a Roma, divenne segretario di papa Damaso e, stabilitosi poi a Betlemme di Giuda, si ritirò a vita monastica. Fu dottore insigne nel tradurre e spiegare le Sacre Scritture e fu partecipe in modo mirabile delle varie necessità della Chiesa. Giunto infine a un’età avanzata, riposò in pace.
I profeti, dunque, comprendevano quello che dicevano, per questo tutte le loro parole sono piene di sapienza e di ragionevolezza. Alle loro orecchie non arrivavano soltanto le vibrazioni della voce, ma la stessa parola di Dio che parlava nel loro animo. Lo afferma qualcuno di loro con espressioni come queste: L’angelo parlava in me (cfr. Zc 1, 9), e: (lo
Spirito) «grida nei nostri cuori: Abbà, Padre» (Gal 4, 6), e ancora: «Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore» (Sal 84, 9)..
Dal «Prologo al commento del Profeta Isaia» di san Girolamo, sacerdote
Lc 9, 46-50 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Parola del Signore.
"Chi è il più piccolo fra tutti voi questi è grande" (Lc 9,46-50).
Gesù ha reso il bambino un'immagine della vita umile. La mente di un bambino è priva di inganno e il suo cuore è sincero, i suoi pensieri sono semplici.
Egli non ambisce ad una posizione e non sa che cosa significhi che un uomo sia più in alto di un altro. Cristo ha portato avanti il bambino come simbolo di semplicità e innocenza e lo ha posto presso di sé (Cirillo di Alessandria).
Colo che vivono e si propongono di vivere ogni giorno gli stessi sentimenti di Gesù, "non vanno in cerca di cose grandi superiori alle loro forze. Ma nella tranquillità e serenità d'animo si abbandonano alla volontà di Gesù ora e per l'eternità" (Sl 138).
Da ciò possiamo comprendere che con umiltà si giunge al regno con la semplicità si entra in cielo. Chiunque desidera conquistare il vertice della Divinità, cerchi l'umiltà più profonda, chiunque vuole superare il fratello nel regno lo superi nel servizio nel momento presente. Questo è l'essenziale del nostro cristianesimo: rendere il contraccambio a quelli che ci amano, ripagare con pazienza quelli che ci offendono. Colui dunque che sarà stato più paziente di fronte a un'offesa, diventerà più potente nel regno (Massimo di Torino).
sr M. Margherita
Comments