Festa dei santi Filippo e Giacomo, Apostoli. Filippo, nato a Betsaida come Pietro e Andrea e divenuto discepolo di Giovanni Battista, fu chiamato dal Signore perché lo seguisse; Giacomo, figlio di Alfeo, detto il Giusto, ritenuto dai Latini fratello del
Signore, resse per primo la Chiesa di Gerusalemme e, durante la controversia sulla circoncisione, aderì alla proposta di Pietro di non imporre quell’antico giogo ai discepoli convertiti dal paganesimo, coronando, infine, il suo apostolato con il martirio.
Così fondarono chiese in ogni città. Da queste ricevettero la linfa della fede e i segni della dottrina tutte le altre chiese e tutte le altre popolazioni che tendono a divenire chiese. Tutte queste chiese venivano considerate apostoliche come figlie delle chiese
degli apostoli.
Dal Trattato «Sulla prescrizione degli eretici» di Tertulliano, sacerdote
Gv 14, 6-14 Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: "Mostraci il Padre"? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Parola del Signore.

In questa festa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, la liturgia ci propone un dialogo proprio tra Gesù e Filippo. Questi chiede infatti a Gesù: Mostraci il Padre, e ci basta. Ma deve ascoltare da Gesù un richiamo: Da tanto tempo sono con voi e non mi hai conosciuto, Filippo? Gesù con forza vuole far capire ai Dodici, non solo a Filippo, che chi vede Lui vede il Padre, perché loro vivono uno nell’altro. Questa è una grande caratteristica della nostra fede e della nostra vita cristiana.
Il Padre e il Figlio vivono l’uno nell’altro. Questo cambia completamente il nostro orizzonte di vita, aprendoci una nuova via come uomini. Scrive p. Rupnik: “La verità che viene dal di dentro vale anche per l’altro. La vita che è in me si manifesta pure nell’altro, e questo diventa il riconoscimento reciproco. Il risultato? Che io mi unisco all’altro. Questo amore mi trapianta in lui. … La vita vera è quella non con gli altri, ma nell’altro, questo mio trovarmi nell’altro. Siccome lo Spirito è l’amore, quando prende dimora in noi ci rende aperti, di modo che essere e essere, vita e vita, io e tu, si possono compenetrare. … Ma questo è opera dello Spirito. Noi non lo possiamo fare da soli. Io sono impenetrabile, l’altro è impenetrabile, e noi due non possiamo stare nello stesso posto. Questo lo può fare solo la vita divina, cioè l’amore, che rende trasparenti me e l’altro … “
Ci attende un grande cammino, verso la Pentecoste! Apriamoci al dono dello Spirito!
Sr. Anna Maria
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