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29 aprile 2021 - giovedì della IV settimana di Pasqua

Festa di Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, che, preso l’abito delle Suore della Penitenza di San Domenico, si sforzò di conoscere Dio in se stessa e se stessa in Dio e di rendersi conforme a Cristo crocifisso; lottò con forza e senza sosta per la pace, per il ritorno del Romano Pontefice nell’Urbe e per il ripristino dell’unità della Chiesa, lasciando pure celebri scritti della sua straordinaria dottrina spirituale.


O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l’unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell’Unigenito Figlio! Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l’anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce.

Dal «Dialogo della Divina Provvidenza» di santa Caterina da Siena, vergine


Mt 11, 25-30 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


Parola del Signore.

Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.

«Ti benedico, o Padre, hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli». (Mt 11,25)


Gesù benedice il Padre, gli rende lode. La benedizione del Figlio al Padre si riversa anche su di noi, figli adottivi. «Se siamo figli, siamo anche eredi» (Rm 8,17), «eredi del Regno» (cfr Mt 25,34), «chiamati ad avere in eredità la benedizione» (cfr 1 Pt 3,9). Comprendere le cose del Regno è una benedizione, ci aiuta ad entrare, a esserne parte, a vivere alla sequela del Figlio secondo lo spirito del Vangelo da veri discepoli, cioè come piccoli che desiderano e si lasciano istruire. I piccoli sono coloro che ascoltano e credono alla Parola del Signore, si fidano e per questo lo seguono.

Anche noi benediciamo il Padre perché ci ha voluti, nessuno di noi è frutto del caso.

Scrive santa Caterina da Siena, di cui oggi celebriamo la festa quale patrona d’Italia e d’Europa, ne Il dialogo della divina provvidenza:

“Nella misericordia tua fummo creati; nella misericordia tua fummo ricreati nel sangue del tuo Figliuolo. La misericordia tua ci conserva. La tua misericordia dà vita… O misericordia! Il cuore ci s’affoga a pensare di te, ché ovunque mi volgo a pensare non trovo altro che misericordia”.

Siamo benedetti e misericordiati – direbbe Papa Francesco – dal suo amore.

Chiediamo a Maria, la benedetta fra le donne, che ci aiuti a divenire consapevoli del dono quotidiano della benedizione di Dio, ad accogliere la Sua benedizione sempre, a portarla a tutti coloro che incontriamo; ai più vicini, cioè nella nostra famiglia, nella nostra comunità; a benedire anche chi non ci benedice, vivendo una vita piena di amore, dicendo bene – bene dire – degli altri, per diventare benedizione gli uni per gli altri.

Sr. Chiara



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