Memoria di sant’Ireneo, vescovo, che, come attesta san Girolamo, fu, da piccolo, discepolo di san Policarpo di Smirne e custodì fedelmente la memoria dell’età apostolica; fattosi sacerdote del clero di Lione, succedette al vescovo san Potino e si tramanda che come lui sia stato coronato da glorioso martirio. Molto disputò al riguardo della tradizione apostolica e pubblicò una celebre opera contro le eresie a difesa della fede cattolica.
Gli uomini dunque vedranno Dio per vivere, e verranno resi immortali e divini in forza della visione di Dio.
Dal «Trattato contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo
Mt 8, 18-22
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all'altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Parola del Signore.
Il Vangelo odierno ci presenta due esempi di vocazione che potremmo definire aperte. Infatti, il testo non ci dice nulla sulla reazione dello “scriba” e di “uno dei suoi discepoli” alla parola di Gesù, che chiarisce i modi per cominciare e continuare a stare con lui per imparare da Lui. Persino i doveri, così cari e oggettivamente imprescindibili, delle cerimonie funebri devono passare in secondo piano a fronte delle esigenze della sequela. Soprattutto il Signore chiarisce che camminare con Lui non comporta nessun vantaggio e nessun privilegio, anzi esige la disponibilità a seguire la sorte del “Figlio dell’uomo” che non ha dove posare il capo. (Fratel Michael David)
Lo scriba e il discepolo, che si propongono il primo alla sequela e il secondo con un modello morbido di sequela, esprimono bene la sfida aperta per ogni discepolo: attendere di essere chiamato e farsi docilmente accompagnare e guidare nella discepolanza.
La vocazione è una seduzione, un desiderio di ricambiare l’amore del Signore e di stare con Lui, nella buona e nella cattiva sorte, nella lotta e nel dubbio, nella sofferenza e nella speranza con la certezza nel cuore che valga la pena lottare, che la lotta è benedetta, perché non siamo soli, il Maestro è al nostro fianco e ci conduce verso la meta, che è la vita eterna.
Gesù è il Maestro, che è la stessa Via, Verità e Vita verso la meta, la vita eterna, e seguire Lui significa seguire il suo esempio: “Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.
Sr. M. Benedetta
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