Memoria di san Tommaso d’Aquino, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e dottore della Chiesa, che, dotato di grandissimi doni d’intelletto, trasmise agli altri con discorsi e scritti la sua straordinaria sapienza. Invitato dal beato papa Gregorio X a partecipare al secondo Concilio Ecumenico di Lione, morì il 7 marzo lungo il viaggio nel monastero di
Fossanova nel Lazio e dopo molti anni il suo corpo fu in questo giorno traslato a Tolosa.
Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire.
Dalle «Conferenze» di san Tommaso d’Aquino, sacerdote
Mc 4, 26-34
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.

A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? (Mc 4, 30). Il regno di Dio è come il seme che un uomo getta sul terreno (cfr. Mc 4,26). È come un granello di senape che, quando viene seminato, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno (Mc 4,31). E che cosa vi è di più piccolo di un seme, o di un granello di senape? Eppure Gesù paragona il regno di Dio proprio ad un piccolo seme nascosto nel solco della terra, che a suo tempo germoglierà e crescerà e porterà frutto. Così il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché il regno di Dio è in mezzo a noi (Lc 17,20-21). E quel granellino di senape diventerà il più grande di tutte le piante dell’orto, tanto che gli uccelli del cielo potranno fare il nido alla sua ombra. Come? L’uomo stesso non lo sa, ma dorma o vegli quel terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. E poi finalmente verrà il tempo della mietitura….
Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma è Dio che fa crescere. E ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio (1Cor 3, 7-9).
Perciò non temere, terra, ma rallégrati e gioisci, poiché cose grandi ha fatto il Signore: i pascoli della steppa hanno germogliato, gli alberi producono i frutti, la vite e il fico danno le loro ricchezze. E voi, figli di Sion, rallegratevi, gioite nel Signore, vostro Dio, perché Io sono in mezzo a voi, come vostro salvatore e vostro redentore (cfr. Gl 2,21-23.27).
Sr. Marialuisa
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