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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

28 aprile 2020 - martedì della III settimana di Pasqua

San Luigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote, che percorse le terre della Francia occidentale proclamando il mistero della Sapienza Eterna; fondò Congregazioni, predicò e scrisse sulla croce di Cristo e sulla vera devozione a Maria Vergine e ricondusse molti a una vita di penitenza; nel villaggio di Saint-Laurent-sur-Sèvre in Francia pose, infine, termine al suo pellegrinaggio terreno.



Gv 6, 30-35

Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"».

Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».

Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore.


Nel Vangelo, oggi ritroviamo Gesù a Cafarnao che continua il discorso con la folla che lo seguiva dopo la moltiplicazione dei pani del cap. 6 di Giovanni.

La gente di tutti i tempi chiede a Gesù un segno “perché vediamo e crediamo”.

La stessa frase è pronunciata, nel Vangelo di Marco, sotto la Croce: “Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!” (Mc 15,32).

Probabilmente anche noi poniamo la stessa richiesta a Dio in questi giorni di pandemia: “distruggi questo virus, perché vediamo e crediamo!”...

Questo è quello che ci aspettiamo da Dio: che faccia valere la sua onnipotenza e sconfigga il male e la morte, la nostra mancanza di vita. Così faremo noi: se avessimo qualche potere lo faremo valere e soprattutto vedere in tutti i modi. Ma per fortuna Dio non è a nostra immagine e somiglianza, ma è oltre tutto ciò che possiamo pensare.

Dio ha dato la manna, il pane del cielo, come segno del pane vivo disceso dal cielo che è Gesù, che ci avrebbe donato nella pienezza dei tempi.

Dio è il Dio della vita e tutto ciò che tocca prende vita. Il Figlio è stato mandato nel mondo per donarci la vita divina, l’adozione a figli. “Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo” (Gv 6,33). “Dio ha mandato nel mondo, il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1Gv 4,9).

Che cosa significa dare la vita se non generare? Mettere al mondo? Essere padri e madri.

Così Dio è nostro padre e madre. Ma in più Egli non ci genera una volta per sempre, ma continua a farci sussistere. Ci fa vivere con la sua presenza, l’amore con cui ci circonda, il pane della vita (l’Eucaristia) e l’acqua dello Spirito Santo che ci disseta.

Questo Dio, incredibile, si fa addirittura nostro cibo per farci vivere e darci la forza per il cammino.

Io penso che, in questi giorni di digiuno eucaristico per molti, l’impossibilità di cibarsi del pane della vita si possa sopportare solo perché esiste la comunione dei santi (in cui diciamo di credere ogni domenica), perché siamo parte di un solo corpo: “pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12,5) ci dice S. Paolo.

“Stringiamoci” allora spiritualmente gli uni agli altri, in una comunione vera e piena, per alimentare l’amore fraterno condividendo la vita da figli che riceviamo da Cristo.

Il Santo Cottolengo, di cui giovedì festeggeremo la nascita al cielo, insegnava: “State tranquilli, e non abbiate paura; noi tutti siamo figli d’un buon Padre, che più pensa Egli a noi, di quanto noi stessi pensiamo a lui” (DP 57). “Dio è là che ci guarda e ci conosce; anzi noi siamo in lui, ed è impossibile che ci dimentichi” (DP 58).

Quindi fiducia e avanti in Domino.

Sr M.Chiara




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