Memoria di sant’Agostino, vescovo e insigne dottore della Chiesa: convertito alla fede cattolica dopo una adolescenza inquieta nei princípi e nei costumi, fu battezzato a Milano da sant’Ambrogio e, tornato in patria, condusse con alcuni amici vita ascetica, dedita a Dio e allo studio delle Scritture. Eletto poi vescovo di Ippona in Africa, nell’odierna Algeria, fu per trentaquattro anni maestro del suo gregge, che istruì con sermoni e numerosi scritti, con i quali combatté anche strenuamente contro gli errori
del suo tempo o espose con sapienza la retta fede.
Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi pareva di udire la tua voce dall’alto che diceva: «Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me».
Dalle «Confessioni» di sant’Agostino, vescovo
Mt 23, 13-22
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: "Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l'oro del tempio, resta obbligato". Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: "Se uno giura per l'altare, non conta nulla; se invece uno giura per l'offerta che vi sta sopra, resta obbligato". Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Parola del Signore.
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente… Guai a voi, guide cieche.”
Matteo riporta in questo brano del Vangelo la parola tuonante di Gesù. Egli rimprovera gli scribi e i farisei, li richiama con forza per la loro ipocrisia. Se c’è qualcosa che il Signore non sopporta è proprio l’ipocrisia, il voler salvare le apparenze, rivestire le cattive intenzioni con una patina di bene fittizio. Gesù ama la semplicità, la verità, vuole che ci riconosciamo davanti a Dio per quello che siamo. Nella vita è facile ingarbugliare la matassa, cioè mostrare agli altri una facciata inconsistente, ma per vivere come credenti, cioè crescere nella libertà propria dei figli, è necessario ripartire ogni giorno da ciò che siamo realmente senza paura, senza temere il giudizio degli altri. Papa Francesco in più di un’occasione ha ripetuto: “Siamo tutti peccatori!”, perché questa è una verità che ci riguarda tutti. “Oggi comincio!” ripetevano i Santi. Dio ci ama così come siamo, Egli cammina con noi per portarci dove ci attende. Il Signore crede in noi, anzi scommette su di noi, diceva il tanto amato vescovo di Molfetta,Tonino Bello.
Oggi la liturgia celebra la memoria di Sant’Agostino d’Ippona che in questo cammino di verità può prenderci per mano e guidarci. Scriveva nelle Confessioni esprimendo il suo pentimento per non aver accolto prima la Verità eterna: “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo... Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.”
A tutti buon cammino!
Sr. Chiara
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