Memoria di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote, che, pieno di spirito sacerdotale, a Parigi si dedicò alla cura dei poveri, riconoscendo nel volto di ogni sofferente quello del suo Signore e fondò la Congregazione della Missione, nonché, con la collaborazione di santa Luisa de Marillac, la Congregazione delle Figlie della Carità, per provvedere al ripristino dello stile di vita proprio della Chiesa delle origini, per formare santamente il clero e per assistere i poveri.
Il Figlio di Dio ha voluto essere povero, ed essere rappresentato dai poveri. Nella sua passione non aveva quasi la figura di uomo; appariva un folle davanti ai gentili, una pietra di scandalo per i Giudei; eppure egli si qualifica l’evangelizzatore dei poveri: «Mi
ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4, 18).
Dobbiamo entrare in questi sentimenti e fare ciò che Gesù ha fatto: curare i poveri, consolarli, soccorrerli, raccomandarli.
Da alcune «Lettere e conferenze spirituali» di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote
Dal Vangelo secondo Matteo (5, 1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Parola del Signore.
L'umanità descritta nelle beatitudini non è un'umanità che la mentalità mondana giudicherebbe vincente. Ma è quell'umanità che costituisce le scelte di Gesù.
Ci potremmo chiedere: è esistita ed esiste questa umanità?
Di fatto Gesù nei Vangeli, mostra ai discepoli gli atteggiamenti adeguati al Regno, ponendoli come esempio di tutti: la povera vedova del Tempio (Lc 21,2-4), il dottore della legge (Mc 12,3-4). E' Gesù stesso che cerca e trova questa umanità nelle pieghe del quotidiano, laddove non si aspetterebbe. Ma è soprattutto Lui, il mite ed umile di cuore", Lui povero, Lui in pianto insieme con chi piange, Lui operatore di pace. Lui che invita a seguirlo, a perdere la vita per Lui e quindi ritrovarla, come ha fatto Lui stesso.
Per questo occorre vigilare, animati da una Parola che sfida continuamente e che non permettere di sentirsi arrivati. E' un nuovo criterio che viene annunicato e posto davanti all'esperienza umana: il dono per l'altro, il rifiuto dalla violenza, il perdono. Chi accoglie questa logica diversa, carica di rispetto per la vita, cammina nel sentiero del discepolato lasciandosi guarire e liberare.
Buona giornata.
sr M. Barbara
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