Lc 21, 12-19 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore
Le parole di Gesù oggi sono abbastanza categoriche: non ci preannuncia tempi facili, se davvero vogliamo essere Suoi. Come hanno perseguitato Lui, perseguiteranno anche noi, ma il Signore non ce lo nasconde, gioca a carte scoperte con noi. Grande è la verità del nostro Dio, che non ci risparmia anche queste parole dure, ma ci dona insieme la forza per resistere agli attacchi del male, a tutto ciò che ci contraria, anche quando viene dai nostri familiari e amici. Vorrei donarvi, a commento di questo Vangelo, le parole dei monaci di Tibhirine, pezzo di Vangelo vissuto con la loro vita donata al Signore, fino al martirio, beatificati quasi un anno fa, insieme a tutti gli altri martiri di Algeria. Così scriveva Frère Christophe, il padre maestro della Comunità, nella Pasqua del 1995, un anno prima del loro martirio. “Il peggio, Gesù non l’ha fuggito. L’ha affrontato, l’ha desiderato fino all’angoscia e alla ribellione. Sulla croce, l’ha accettato come una tavola imbandita – preparata – da Dio, suo Padre, “di fronte al nemico”. (Sal 22,5). Ci consegna allora il soffio della speranza. … E’ l’ora della speranza contro ogni speranza”.
È l’augurio che ci facciamo, in questo volgere dell’anno liturgico, che ci richiama, ogni anno, a ciò che veramente conta!
Sr. Anna Maria
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