26 dicembre 2019 - giovedì S. Stefano primo martire
- Comunità Monastero Adoratrici
- 25 dic 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 mar 2020
Festa di santo Stefano, protomartire, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, che, primo dei sette diaconi scelti dagli Apostoli come loro collaboratori nel ministero, fu anche il primo tra i discepoli del Signore a versare il suo sangue a Gerusalemme, dove, lapidato mentre pregava per i suoi persecutori, rese la sua testimonianza di fede in Cristo Gesù, affermando di vederlo seduto nella gloria alla destra del Padre.
La carità, dunque, che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità, che fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato. Stefano quindi, per meritare la corona che il suo nome significa, aveva per armi la carità e con essa vinceva dovunque. Per mezzo della carità non cedette ai Giudei che infierivano contro di lui; per la carità verso il prossimo pregò per quanti lo lapidavano.
Con la carità confutava gli erranti perché si ravvedessero; con la carità pregava per i lapidatori perché non fossero puniti...
Dai «Discorsi» di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo
Mt 10, 17-22 Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Parola del Signore.

Con tanta gioia e speranza nel cuore abbiamo vissuto l’Avvento, e ieri con gaudio inenarrabile e profondo stupore abbiamo celebrato il compimento: ”e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Oggi la Chiesa ci parla di persecuzione e morte, ci presenta il martirio di Santo Stefano. Come mai questa grande discrepanza?
Questo ci ricorda che il Nostro Signore Gesù Cristo è il Signore della vita e della morte. “Dov’è, o morte, la tua vittoria?”. Scrive S.Kierkegaard: “umanamente parlando, c’è speranza soltanto finché c’è vita. Ma per il cristiano, la sofferenza e la morte non sono affatto la fine di tutto, sono soltanto piccoli avvenimenti compresi nel tutto, che è la vita eterna”.
Questo ci fa anche prendere consapevolezza anche del fatto che la gloria di Gesù e di ogni suo discepolo passa proprio attraverso la croce. Gesù stesso ce lo dice : “se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua”. Ma Gesù, che è venuto per essere il Dio-con-noi attraversa con noi la via della croce, anzi, ci precede e ci dice: non temere, perché io sono con te. Impara da me che sono mite e umile di cuore e troverai ristoro per la tua vita. E Santo Stefano è morto proprio imitando Gesù.
“Santo Stefano, Stefano beato, Stefano buono, forte soldato di Dio, primo della schiera dei suoi martiri, quando i tuoi nemici contro di te infierivano, tu, piegate le ginocchia hai esclamato a gran voce : “Signore, non imputare loro questo peccato”.
Uomo felice, quanta speranza doni ai tuoi amici peccatori, quando sentono che ti sei preoccupato di arroganti nemici! “Signore, non imputare loro questo peccato”. Come risponderà quando è invocato uno che, provocato, rimprovera in tal modo? Quale bontà saprà usare con gli umili ora che è innalzato, uno che soccorreva così i superbi quand’era umiliato? Su dimmi, beato Stefano, che cosa ti riscaldava il cuore per effondere all’esterno tanta dolcezza insieme? Non c’è dubbio che di tutte eri ricolmo, di tutte eri ornato, di tutte eri acceso”. ( Anselmo d’Aosta)
Che Santo Stefano ci ottenga il dono di una carità ardente e fervente a tutti.
sr M. Benedetta
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