Nel monastero della Santissima Trinità a Mosca in Russia, san Sergio di Radonez, che, dopo aver condotto vita eremitica in foreste selvagge, abbracciò la vita cenobitica e,
eletto egúmeno, la propagò, mostrandosi uomo mite, consigliere di príncipi e consolatore dei fedeli.
Lc 8, 16-18
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Parola del Signore.
«Fate attenzione a come ascoltate»
Nessuno accende una lampada e la copre...
Non si accende una lampada per coprirla, la si accende perché illumini, infatti, per vedere abbiamo bisogno della luce. Non si può orientarsi nel buio. Il bisogno di luce accompagna la vita di ogni persona a più livelli: fisico, spirituale, esistenziale. È dimostrato che privare le persone della luce, cioè lasciarle al buio per un tempo prolungato è dannoso, perché vengono private di un bene essenziale per la vita umana. Dire non si può vivere al buio significa sottolineare il valore della luce che permette all’uomo di vedere per muoversi, prendere una direzione nello spazio, trovare una cosa che cerca, arrivare dove ha deciso di andare; ma non solo, infatti, ogni persona deve poter orientarsi interiormente, cioè prendere una direzione nella vita, decidere di se stesso, del suo presente e del suo futuro e per fare questo ha bisogno di luce per capire.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Dio ci conosce fino in fondo. A Lui nulla è nascosto del nostro cuore: il bene e il male. Per te le tenebre sono come luce, la notte è luminosa come il giorno, recita il salmo 138. Dio vede nel nostro buio, vede quella fiammella che si accende nel nostro cuore. Egli vede che cosa arde dentro di noi e desidera, per la nostra felicità, che il fuoco cresca.
Fate attenzione a come ascoltate...
Come ascolto: con attenzione? Con interesse? Cioè ci metto il cuore mentre ascolto?
…a chi ha, sarà dato,..
A chi avrà aperto il cuore e la mente all’ascolto, sarà dato di ricevere luce, capacità di comprensione, e gli verrà voglia di ascoltare ancora, verrà dato il desiderio di continuare la sua ricerca. E se il suo cuore resterà aperto, la sua vita sarà nell’abbondanza (cfr. Mt 13,12), colmata dalla gioia di trovare e protesa nel desiderio di continuare a cercare. Diceva Papa Francesco, nei giorni della GMG svoltasi a Lisbona, ai giovani universitari e ai loro docenti, ma può valere per tutti noi:
«Non allarmiamoci se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro…l’incompletezza caratterizza la nostra condizione di cercatori e pellegrini… Siamo in cammino verso… Siamo chiamati a qualcosa di più, a un decollo senza il quale non c’è volo».
..ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere.
A chi, invece, rimane con il cuore chiuso non sarà donata la possibilità di capire, egli rimarrà nel buio delle sue presunte certezze.
Sr. Chiara
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