Lc 21, 20-28
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Parola del Signore.
Di sciagure ne capitano sempre in qualche angolo della terra e, in questo tempo, la pandemia da Covid-19 ha sconvolto l’umanità intera. Questi sono segni premonitori? Ci ricordano che tutto ha un termine: la nostra vita terrena come tutte le cose. «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Lc 21,33), leggeremo nel Vangelo di domani. Noi sappiamo che alla fine dei tempi ci sarà il ritorno del Figlio dell’uomo, il suo ritorno glorioso. È bello ogni anno prepararsi al Natale, fare posto al Salvatore, rivivere l’attesa della sua venuta, ma non dobbiamo dimenticare la seconda venuta di Cristo, da Lui stesso annunciata agli Apostoli prima di lasciarli: «Verrò di nuovo e vi prenderò con me» (Gv 14,3). Egli verrà per ognuno, al termine della sua vita terrena, e verrà per tutti, alla fine dei tempi. Proprio questo diceva san Bernardo in uno dei suoi Discorsi ai monaci:
«Non meditate solo sulla prima venuta del Signore, quando egli entrò nel mondo per cercare e salvare ciò che era perduto, ma anche sulla seconda, quando ritornerà per unirci a sé per sempre. Fate oggetto di contemplazione la doppia visita del Cristo, riflettendo su quanto ci ha donato nella prima e su quanto ci ha promesso per la seconda».
Questa seconda visita del Signore inaugurerà «nuovi cieli e una terra nuova» (2 Pt 3,13) e allora «Dio sarà tutto in tutti» (cfr. 1 Cor 15,28). Mi nasce questa domanda: la vita futura interessa al mondo di oggi? Il Vangelo è buona notizia per ogni uomo e per ogni donna e la sua attualità non viene meno. Lo dice in maniera pregnante la testimonianza di coloro che, nell’arco dei secoli, non hanno avuto paura di morire per amore di Cristo e dei fratelli. E «Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre» (Eb 13,8). Nel Vangelo, che ci parla di Gesù e della vita che Lui ci dona – vita che raggiungerà la sua pienezza in Paradiso – chiunque può trovare l’orientamento che il cuore cerca, la luce, la forza e la pace di cui ha bisogno. Chiunque può dissetarsi a questa fonte inesauribile. E anche se il tempo in cui ci è donato di vivere è breve, con la sua Parola, lampada per i nostri passi (cfr. Sl 119,105), possiamo vegliare e camminare nella gioia e nella speranza. Che questa Luce possa accendersi nella vita di chi è ancora al buio e in ricerca perché anche il suo cuore si riempia di speranza.
Sr. Chiara
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