Festa di san Giacomo, Apostolo, che, figlio di Zebedeo e fratello di san Giovanni evangelista, fu insieme a Pietro e Giovanni testimone della trasfigurazione del Signore e della sua agonia. Decapitato da Erode Agrippa in prossimità della festa di Pasqua, ricevette, primo tra gli Apostoli, la corona del martirio.
Osservate quindi come, rispondendo loro con un'altra domanda, li esorti e li attragga. Non chiede se sono capaci di morire, di versare il loro sangue, ma domanda: «Potete voi bere il calice» e per animarli aggiunge «che io devo bere?», in modo da renderli, con la partecipazione alle sue sofferenze, più coraggiosi. Chiama la sua passione «battesimo» per far capire che tutto il mondo ne avrebbe ricevuto una grande purificazione.
Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo.
Mt 20, 20-28
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore.
Tra voi non sarà così… (Mt 20,26). Nel Vangelo di oggi l’apostolo Giacomo (di cui celebriamo la festa) e suo fratello Giovanni lasciano un po’ perplessi per il loro atteggiamento arrivista. Con l’intercessione della mamma (!) scavalcano i compagni, per guadagnarsi un posto d’onore presso il loro Maestro. Gli altri (giustamente) si sdegnano. Lo sdegno, però, non può che tradire il loro desiderio taciuto, lo stesso che i due fratelli non si sono vergognati di manifestare: perché dovrebbero arrabbiarsi, se non volessero loro stessi i primi posti? Insomma, questa pagina potrebbe deluderci rispetto a un’immagine idealizzata degli apostoli… oppure confortarci. Chi di noi, sotto sotto, non coltiva in sè desideri di grandezza? Dio ha scelto come amici delle persone come noi…
Il bello però è che, se noi ci vergogniamo di manifestare certi sogni di gloria e grandezza e ci sdegniamo con chi li palesa spudoratamente, Gesù invece non si sdegna. La sua risposta non è umiliante. Anzi: il Signore prende sul serio i nostri desideri. Non è malvagio desiderare in grande. Piuttosto, è fuorviante il metodo che il mondo persegue per realizzare i sogni di gloria: dominare e opprimere, cioè schiacciare gli altri. Questo metodo, prima o poi, non ci rende potenti, ma terribilmente detestabili e soli. Gesù, invece, ci presenta una via (la sua) totalmente opposta: regna chi si fa servo e non ruba la vita, ma la dona, come Lui. Tra voi non sarà così… e tra noi, com’è?
sr M. Chiara Amata
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