Festa di san Marco, Evangelista, che a Gerusalemme dapprima accompagnò san Paolo nel suo apostolato, poi seguì i passi di san Pietro, che lo chiamò figlio; si tramanda che a Roma abbia raccolto nel Vangelo da lui scritto le catechesi dell'Apostolo e che abbia fondato la Chiesa di Alessandria.
La Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra, ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell'unico Dio, Padre onnipotente, che fece il cielo la terra e il mare e tutto ciò che in essi è contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede nell'unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino di salvezza: e cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e la risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del Padre.
Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo
Mc 16, 15-20
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore. Lode a Te o Cristo.
Pietro nella lettura di questa festa dell'evangelista Marco disegna la vita cristiana in uno sfondo di letizia e sicurezza che può nascere nel cuore di chi ha vissuto la Pasqua di Cristo accogliendo il suo dono di vita immenso. La Pasqua ci dà la forza di affrontare le difficoltà della nostra vita senza rimanerne schiacciati. La vita non ci evita "preoccupazione e sofferenza" ma la vicinanza di Gesù Risorto ci dona "la cura di Dio per noi, la sua grazia, la saldezza della fede". Custodiamo la speranza pasquale meditando queste parole di Tonino Bello: "Che la Pasqua sia per tutti una memoria spiritualmente eversiva. Solo allora questa allucinante vallata di tombe che è la terra, si muterà in serbatoio di speranze. Chi spera cammina, non fugge. S'incarna nella storia non si aliena. Costruisce il futuro non l'attende soltanto. Ha la grinta del lottatore, la passione del veggente, non l'aria avvilita di chi si lascia andare. cambia la storia, non la subisce. Ricerca la solidarietà con altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario. Chi spera è sempre uno che ha "buoni motivi", anche se i suoi progetti portano sempre incorporato un tasso di timore".
sr Maria Daniela
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