Solennità della Natività di san Giovanni Battista, precursore del Signore; già nel grembo della madre, ricolma di Spirito Santo, esultò di gioia alla venuta dell'umana salvezza; la sua stessa nascita fu profezia di Cristo Signore; in lui tanta grazia rifulse, che il Signore stesso disse a suo riguardo che nessuno dei nati da donna era più grande di Giovanni Battista.
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo.
Sembra che Giovanni sia posto come un confine fra due Testamenti, l'Antico e il Nuovo. Infatti che egli sia, in certo qual modo, un limite lo dichiara lo stesso Signore quando afferma: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni» (Lc 16, 16). Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel grembo della madre. Prima ancora di nascere, Giovanni esultò nel seno della madre all'arrivo di Maria. Già da allora aveva avuto la nomina, prima di venire alla luce. Viene indicato già di chi sarà precursore, prima ancora di essere da lui visto....
Lc 1, 57-66. 80
Dal Vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore. Lode a Te o Cristo.
Tutti furono meravigliati…Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
Leggendo il Vangelo di Luca, che nella solennità di S. Giovanni Battista (anticipata al 23 giugno in questo anno, perché domani, 24 giugno venerdì, la solennità del S. Cuore ne prende il posto) la liturgia ci presenta, viviamo il mistero dell’attesa e della nascita del precursore di Cristo.
Elisabetta era una donna ormai anziana, che non poteva avere figli, ma Dio rende possibile l’impossibile ed ella darà alla luce un figlio. Per questo «i vicini e i parenti, udendo che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, si rallegravano con lei». Egli si chiamerà Giovanni come l’angelo Gabriele aveva annunciato a Zaccaria. È Elisabetta a rispondere a chi chiedeva il suo nome ed è Zaccaria a confermarlo scrivendolo su di una tavoletta, poiché, per la sua incredulità, era divenuto muto. Lo stupore riempie il cuore di tutti i presenti, perché Dio li ha sorpresi… con quella nascita, con quel nome. Ma in quel «tutti furono meravigliati» possiamo ritrovarci anche noi oggi, credenti del 3° millennio, come «i vicini», cioè i contemporanei di Zaccaria ed Elisabetta, che Dio ha reso feconda. Anche noi proviamo meraviglia di fronte a ciò che Dio ha compiuto allora e continuamente compie. Infatti, se proviamo a guardare con attenzione il nostro cammino, scopriremo che, in certi momenti della vita, la sua bontà ha sorpreso anche noi perché ha permesso gli incontri che abbiamo fatto e le stesse prove che, pur facendoci tribolare, ci hanno resi più forti, più esperti nell’affrontare il quotidiano.
Elisabetta era sterile e Dio l’ha resa feconda. Cosa possiamo fare noi perché anche la nostra vita sia feconda? La fede rende possibile l’impossibile. Dio ha ascoltato il gemito nascosto che saliva dai cuori di Zaccaria ed Elisabetta e ha accolto la preghiera che insieme gli rivolgevano. A noi è chiesto di metterci fiduciosamente nelle sue mani e Lui agirà come e quando vorrà. Scrive san Cirillo di Gerusalemme: “Abbi quella fede che dipende da te e si indirizza a Dio, perché egli ti possa donare anche quella che opera oltre le forze umane”. Noi, oggi, nel rivolgere a Dio le nostre richieste, abbiamo il vantaggio del sostegno materno della Vergine Maria e l’aiuto rilevante di San Giuseppe e dei Santi. E tutto questo non è cosa da poco.
Sr. Chiara
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