A Torino, san Giuseppe Cafasso, sacerdote, che si dedicò alla formazione spirituale e culturale dei futuri sacerdoti e a riconciliare a Dio i poveri carcerati e i condannati a morte.
Il confessore nella sua carità può trovar maniere d'appagare, di contentare tutti, perciò egli parla o tace, dissimula o risponde, è pronto o tardo, pieghevole o fermo, secondo le circostanze, le disposizioni e i caratteri: ma a tutto questo non arriva, se non ha un buon fondo di carità. Perfino alle ingiurie in confessionale non si deve opporre altra difesa che la pazienza, la dolcezza, la carità.
Dagli «Esercizi spirituali al clero» di san Giuseppe Cafasso
Mt 7, 15-20
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Parola del Signore.
Gesù mette in guardia i discepoli da coloro che predicano bene, ma razzolano male.
Come ogni pianta fa frutto secondo la propria specie, così costoro manifestano nella vita la loro rapacità, anche se a parole paiono tutt'altro.
Gesù, Signore nostro, aiutaci a seguirti te nel quale pensare, dire e fare sono una cosa sola. Rendici coerenti: fa' che diciamo solo quel che facciamo.
Guardaci dal vizio di "predicare bene e razzolare male", perchè è facile cadervi, lasciandosi trasportare dal bel parlare.
sr M. Angela
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