Gv 16, 20-23
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Parola del Signore.
Oggi, nel Vangelo, Gesù usa questa bellissima immagine di una donna che partorisce per dirci la tristezza dei discepoli al pensiero di perdere il Maestro. Ma, quando ha partorito, la donna non si ricorda più del dolore perché ha dato vita a una nuova creatura. Così accadrà anche ai discepoli: la loro tristezza si cambierà in gioia.
Ieri, 21 maggio, ricorreva l’anniversario della morte dei 7 monaci martiri di Tibhirine, che la Chiesa ha proclamato beati, insieme a tanti altri martiri della Chiesa algerina, bellissima testimonianza per tutti noi. Prendiamo un breve brano di Frère Christian che ci allarga il cuore e lo riempie di speranza:
“Dovevamo lasciarci disarmare e rinunciare a quell’atteggiamento di violenza che sarebbe consistito nel reagire a una provocazione con un indurimento … Ciò a cui Gesù ci invita è nascere. … La nostra identità di uomini va di nascita in nascita, da un inizio a un altro ... E di nascita in nascita arriveremo bene, noi stessi, a mettere al mondo il figlio di Dio che noi siamo; perché l’Incarnazione, per noi, consiste nel lasciare che la realtà filiale di Gesù si incarni nella nostra umanità, nella mia stessa umanità … “
E’ l’augurio più grande e più bello che possiamo farci, per cui pregare gli uni per gli altri!
Sr Anna Maria
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