Gv 10, 1-10 (B-C)
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: "In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".
Parola del Signore.
Oggi ricorre la giornata mondiale della Terra: è proposto il tema della plastica. La frase chiave “Planet vs Plastic” ci pone davanti al fatto che viviamo immersi nella plastica.
« Laudato si’, mi’ Signore », cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba ». (Laudato Si 1)
Possiamo pensare oggi alla nostra terra non solo come “madre” e “sorella” ma anche come la “cerva che anela ai corsi d’acqua” di cui parla il Salmo. Una cerva assetata che stiamo facendo morire perché prosciughiamo i corsi d’acqua in tanti modi: con l’inquinamento, col disboscamento, con i rifiuti tossici … Siamo immersi nella plastica e la nostra “cerva” va in cerca di luoghi in cui dissetarsi per non morire: …«fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra» (LS 2). È la
pecorella ferita di cui il Pastore si prende cura. Tra pochi giorni celebreremo la festa del Cottolengo. Come sue figlie la cura di questo “povero” ci interpella e non possiamo non ascoltarne il grido di aiuto.
Gesù il pastore bello che percorre boschi, foreste … città … sia anche il Custode bello da cui impariamo a prenderci cura di ogni essere vivente sulla terra!
«Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato… La sua reazione era molto più che un apprezzamento intellettuale o un calcolo economico, perché per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vincoli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste.» (LS 11)
Francesco è immagine del Bel Pastore Gesù che conosce le pecore per nome perché le ama. Amiamo noi il nostro pianeta? Lo conosciamo per nome? Come ce ne prendiamo cura? Da questa risposta semplice dipende la nostra conversione ecologica e integrale.
Gesù non ci insegna ad approfittare del creato; passando attraverso di Lui, che è la porta, troviamo pascolo e sorgenti a cui la “cerva”- terra si può finalmente abbeverare.
Sr M. Patrizia
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