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21 settembre 2022 - mercoledì della XXV settimana del T.O.

Immagine del redattore: Comunità Monastero AdoratriciComunità Monastero Adoratrici

Festa di san Matteo, Apostolo ed Evangelista, che, detto Levi, chiamato da Gesù a seguirlo, lasciò l’ufficio di pubblicano o esattore delle imposte e, eletto tra gli Apostoli, scrisse un Vangelo, in cui si proclama che Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di

Abramo, ha portato a compimento la promessa dell’Antico Testamento.


Non c’è da meravigliarsi che un pubblicano alla prima parola del Signore, che lo invitava, abbia abbandonato i guadagni della terra che gli stavano a cuore e, lasciate le ricchezze, abbia accettato di seguire colui che vedeva non avere ricchezza alcuna.

Dalle «Omelie» di san Beda il Venerabile, sacerdote



Mt 9, 9-13 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».


Parola del Signore.


... Matteo si alzò e lo seguì ...

Nel Vangelo odierno, colpiscono tre cose in Gesù. La prima, è la scelta di chiamare alla sua sequela Matteo, che è un esattore delle tasse, non è proprio un uomo “pulito”. La seconda, è il suo stare a tavola con pubblicani e peccatori, gente che ne ha combinate di tutti i colori. La terza cosa, è la sua strana richiesta: ”Misericordia io voglio e non sacrifici”.

Che cosa può significare tutto questo per la nostra vita?

In Os 6.6, troviamo scritto: “Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”.

In 1 Sam 15.22, troviamo scritto: “Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti”.

Il profeta Osea ci vuole dire che il solo sacrificio valido è la conversione sincera.

Invece, il profeta Samuele non condanna il culto sacrificale in genere, ma ci vuole dire che è l’obbedienza interiore che piace a Dio, non solo il rito esterno.

La misericordia che il Signore ci chiede si potrebbe tradurre in amore, conoscenza di Dio, obbedienza alla Sua Voce, docilità alla Sua Volontà e conversione del cuore.

L’essenza di questi atteggiamenti, che sono segno di un cuore “rinato dall’alto”, è la condivisione della misericordia stessa di Dio che si dispone al dono e al perdono. Noi possiamo usare la misericordia come misura solo se ci accorgiamo di essere stati “misericordiati”, altrimenti è molto difficile essere misericordiosi. Proprio com’è successo all’apostolo Matteo il quale ha cambiato radicalmente vita dopo l’incontro salvifico e amante con Gesù in cui ha sperimentato la misericordia di Dio.

I pubblicani e i peccatori, come anche Matteo, all’esterno sembrano “gente da cui stare lontano”, ma Gesù ha visto aldilà, la possibilità di un “restauro”, anzi di un rinnovamento totale. Ciò che sta dietro non importa più. Il bene possibile domani conta più del male di ieri. Tutto questo perché Gesù non è venuto a chiamare i giusti, i quali non hanno bisogno di conversione, ma i peccatori i quali hanno bisogno della sua salvezza.

Gesù ci libera dalle chiusure che ci paralizzano, spezza le catene che tengono prigioniero il nostro cuore. Così, il nostro cuore sperimenta la misericordia, sente che Dio non condanna, non umilia, non rimprovera per il male fatto, ma ci rialza, ci dona fiducia, crede in noi. Dio crede in noi più di quanto noi possiamo credere in noi stessi. Per Dio, nessuno è sbagliato, nessuno è inutile, nessuno è escluso.

Ci fa bene ricordare questa parola di Gesù: “Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”(Mt 6.38). Infatti, la misericordia ha la meglio nel giudizio! La Vergine Maria, Madre di misericordia, ci aiuti a vivere questo.

Sr. M. Benedetta




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