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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

21 settembre 2020 - lunedì della XXV settimana del T.O.

Festa di san Matteo, Apostolo ed Evangelista, che, detto Levi, chiamato da Gesù a seguirlo, lasciò l’ufficio di pubblicano o esattore delle imposte e, eletto tra gli Apostoli, scrisse un Vangelo, in cui si proclama che Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ha portato a compimento la promessa dell’Antico Testamento..


«Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli» (Mt 9, 10). Ecco dunque che la conversione di un solo pubblicano servì di stimolo a quella di molti pubblicani e peccatori, e la remissione dei suoi peccati fu modello a quella di tutti costoro. Fu un autentico e magnifico segno premonitore di realtà future. Colui che sarebbe stato apostolo e maestro della fede attirò a sé una folla di peccatori già fin dal primo momento della

sua conversione.

Dalle «Omelie» di san Beda il Venerabile, sacerdote



Mt 9, 9-13 Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore.

... Gesù vide un uomo, chiamato Matteo ...

Nel Vangelo odierno, colpiscono tre cose in Gesù. La prima, è la scelta di chiamare alla sua sequela Matteo, che è un esattore delle tasse, non è proprio un uomo “pulito”. La seconda, è il suo stare a tavola con pubblicani e peccatori, gente che ne ha combinate di tutti i colori. La terza cosa, è la sua strana richiesta: ”misericordia io voglio e non sacrifici”. Possiamo fare tante penitenze ed essere esteriormente ineccepibili nelle parole e nel comportamento, ma essere senza misericordia e pieni di brutture nel nostro cuore. Invece tutte queste persone all’esterno sembrano “gente da cui stare lontano”, ma Gesù ha visto aldilà, la possibilità di un “restauro”, anzi di un rinnovamento totale. Ciò che sta dietro non importa più. Il bene possibile domani conta più del male di ieri. Tutto questo perché Gesù non è venuto a chiamare i giusti, i quali non hanno bisogno di conversione, ma i peccatori i quali hanno bisogno della sua salvezza.

Ogni giorno cadiamo e sbagliamo e abbiamo bisogno di una mano amica che ci rialzi, abbiamo bisogno della misericordia di Dio e del prossimo. A nostra volta, ogni giorno abbiamo bisogno di imparare la misericordia, è lo stesso Gesù che lo chiede dandoci l’esempio per primo. Se vogliamo seguire Gesù, dobbiamo ascoltare e mettere in pratica, con la grazia di Dio, ciò che Lui ci dice e ci chiede. Non è facile, perché il peccato ci intralcia ad ogni passo, però ci viene in aiuto la Madre di Gesù che è anche Madre nostra, dobbiamo crederci.

Penso siano molto consolanti queste parole di S. Bernardo: O tu che, nelle fluttuazioni di questo mondo, ti accorgi di essere sbattuto dalle burrasche e dalle tempeste piuttosto che di camminare sulla terra ferma, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sommerso dalle tempeste. Se si levano i venti delle tentazioni, se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sballottato dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella invoca Maria. Se l’ira o l’amore al denaro o i piaceri illeciti della carne scuotono la navicella del tuo cuore, guarda a Maria. Se, sconvolto dall’enormità dei tuoi peccati, turbato dalla sporcizia della tua coscienza, atterrito dalla paura del giudizio, cominci a precipitare nel baratro della tristezza, nell’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei non devierai, pregando lei non ti scoraggerai, pensando a lei non sbaglierai, se lei ti tiene per mano non cadi, se lei ti protegge non temi, se lei ti fa da guida non ti affatichi, se lei ti è favorevole arrivi al porto.

Con fiducia gettiamoci nel cuore e nelle braccia della Madre, perché sia lei ad insegnarci ad essere misericordiosi e a camminare sulle vie del suo Figlio.

Sr. M. Benedetta

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