Memoria di san Luigi Gonzaga, religioso, che, nato da stirpe di principi e a tutti noto per la sua purezza, lasciato al fratello il principato avito, si unì a Roma alla Compagnia di Gesù, ma, logorato nel fisico dall'assistenza da lui data agli appestati, andò ancor giovane incontro alla morte.
Dalla «Lettera alla madre» di san Luigi Gonzaga.
Io invoco su di te, mia signora, il dono dello Spirito santo e consolazioni senza fine. Quando mi hanno portato la tua lettera, mi trovano ancora in questa regione di morti. Ma facciamoci animo e puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo, dove loderemo Dio eterno nella terra dei viventi.
Mt 6, 1-6. 16-18
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore.
Quando preghi, volgiti al Padre tuo nel segreto, dice Gesù. Il brano insegna come pregare e come non pregare, per essere notato dagli uomini o da Dio stesso.
Ma cos'è la preghiera, da Gesù ritenuta ovvia e naturale?
Pregare è essere me stesso, finito e aperto all'Infinito. Nessun animale mai si inginocchia per pregare, chiedendosi della propria origine e della propria destinazione, interrogandosi sul "perchè" di questa breve vita. E' un atto umano, e solo umano.
Non è un optional per anime devote: è la salvezza dell'uomo come uomo, che riceve la propria identità. Non è chiudersi in sè, guardando il proprio ombellico o i propri fantasimi interiori: è quell'aprirsi all'Altro che mi fa essere me stesso.
Pregare non è parlare di Dio, ma parlare con lui; non è leggere un menu di cibi squisiti, ma mangiare. Senza preghiera la fede è ideologia vuota, l'azione distrazione dell'uomo e distruzione della realtà.
La preghiera ci trasforma: il dono dello Spirito ci fa figli a immagine di Gesù, ci fa vivere la sua stessa vita e portare lo stesso frutto.
La Chiesa è la comunità di fratelli di Gesù: uniti a lui, vivono il suo stesso Spirito, origine e frutto sempre più grande della preghiera.
sr M. Barbara
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