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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

21 gennaio 2021 - giovedì della II settimana del T.O.

Aggiornamento: 24 gen 2021


Memoria di sant’Agnese, vergine e martire, che, ancora fanciulla, diede a Roma la suprema testimonianza di fede e consacrò con il martirio la fama della sua castità; vinse, così, sia la sua tenera età che il tiranno, acquisendo una vastissima ammirazione presso le genti e ottenendo presso Dio una gloria ancor più grande; in questo giorno si celebra la deposizione del suo corpo.


È il giorno natalizio per il cielo di una vergine: seguiamone l’integrità. È il giorno natalizio di una martire: offriamo come lei il nostro sacrificio. È il giorno natalizio di sant’Agnese!

Si dice che subì il martirio a dodici anni. Quanto è detestabile questa barbarie, che non ha saputo risparmiare neppure un’età così tenera! Ma certo assai più grande fu la forza della fede, che ha trovato testimonianza in una vita ancora all’inizio.

Dal Trattato «Sulle vergini» di sant’Ambrogio, vescovo



Mc 3, 7-12 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall'Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.

Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.

Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Parola del Signore.

...una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.

Carissimi tutti,

Oggi dal Vangelo possiamo trarre un bell’ insegnamento sulla libertà interiore.

L’Evangelista Marco ci parla di una folla di persone che seguono Gesù da ogni parte: “Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui”. Che cosa cercavano? Penso la maggior parte, la guarigione, volevano che Gesù togliesse il loro male. Lo volevano così tanto , al punto di gettarsi su di lui, per toccarlo e ottenere/prendere la guarigione. Possiamo leggere il “gettarsi su di lui”, come una brama ardente di chi dice: ”Dammelo, lo voglio!”- forse spinto dalla disperazione, dallo sfinimento, dal non resistere più a portare “ il proprio pesante peso”.

La folla ha visto i segni di Gesù, i miracoli di Gesù, riconoscono Gesù come un taumaturgo. Possiamo pensare che vanno da lui credenti e non credenti, buoni e cattivi, “giusti” e peccatori, ognuno col proprio fardello.

Come si comporta Gesù? “Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciasse”.

Ma come: Gesù che è venuto per immischiarsi con la gente, per prendere su di sé il loro male “tiene le distanze”? Umanamente, la sua è una richiesta logica e legittima, se c’è la folla che si getta su di lui, c’è il rischio di essere schiacciato. Invece no, Lui non tiene le distanze, Lui che è il Figlio di Dio ed è venuto per addossarsi il peccato e il male del mondo ci insegna a restare al di sopra degli eventi e delle situazioni, a guardarli a distanza, il che non significa menefreghismo ma consapevolezza della propria posizione. Lui è il Figlio che solo stando, dimorando nel Padre può affrontare i bisogni della folla.

Cosa ci dice questo? Tutte le emozioni che viviamo dentro di noi e vediamo vivere attorno a noi, a volte possono schiacciarci. Dobbiamo prendere le distanze interiormente, salire sulla barca e da lì, con Gesù, guidati dallo Spirito, agire. Ciò che sentiamo, ciò che vediamo, sono “cose, pensieri, sentimenti”, anche strazianti, che dobbiamo rispettare perché sono “la terra sacra nostra e dell’altro”. Noi siamo un “chi”, non siamo una cosa, siamo persone e siamo gli unici che possiamo gestire in noi le cose, i pensieri, i sentimenti che sentiamo e vediamo, però sempre insieme al Signore. Questo significa accettare di essere deboli, fragili , finiti, e impotenti.

Dobbiamo allontanarci da noi stessi, per stare vicino al Signore, solo così potremo aiutare noi stessi e gli altri. Gesù è il Figlio di Dio, e si è annientato in tutto, per fare la volontà del Padre e poter così salvarci, stare vicino a noi.

Accogliamo Gesù nella nostra barca, e Lui verrà, anzi, Lui c’è già e ci chiama alla consapevolezza della Sua Presenza in noi mediante lo Spirito Santo.


Buona giornata!

sr M. Benedetta

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