Memoria di sant’Agnese, vergine e martire, che, ancora fanciulla, diede a Roma la suprema testimonianza di fede e consacrò con il martirio la fama della sua castità; vinse, così, sia la sua tenera età che il tiranno, acquisendo una vastissima ammirazione presso le genti e ottenendo presso Dio una gloria ancor più grande; in questo giorno si celebra la deposizione del suo corpo.
Si dice che subì il martirio a dodici anni. Quanto è detestabile questa barbarie, che non ha saputo risparmiare neppure un’età così tenera! Ma certo assai più grande fu la forza della fede, che ha trovato testimonianza in una vita ancora all’inizio.
Dal Trattato «Sulle vergini» di sant’Ambrogio, vescovo
Mc 2, 23-28 Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore.

“Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è Signore del sabato”. (Mc 2, 28)
Facciamo un’immersione nella Scrittura, per capire meglio, cosa vuole dirci il Signore, riguardo al sabato.
“Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando”.( Gen 2, 2-3)
“Osserverete attentamente i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, di generazione in generazione…per sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Gli israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un’alleanza perenne”. ( Es 31, 13-16)
“Osserva il giorno del sabato per santificarlo, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. Ricordati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore, tuo Dio, ti ordina di osservare il giorno del sabato”. ( Dt 5,12-15)
Da questi passi della Scrittura, deduciamo che il sabato, cioè la nostra domenica, è un giorno, innanzitutto consacrato al Signore, è un segno di alleanza perenne tra Lui e tutte le generazioni che ci sono state, ci sono e ci saranno sulla terra, è un giorno di festa, è un giorno di riposo non solo per noi, ma anche per tutti che sono coinvolti nella nostra vita, è memoriale del nostro esodo e ricordo di tutti i benefici di Dio.
Aldilà di un “comandamento”, il sabato è il giorno in cui l’amore di Dio ha trionfato sul male del mondo, è il giorno della Risurrezione, le Sue piaghe sono ormai la sorgente a cui tutti noi possiamo attingere grazie senza numero, e la dimora in cui possiamo trovare asilo, è il giorno dell’incontro con il Signore nell’Eucaristia.
La sua “legge” è una legge d’amore, perché Dio è nostro Padre. “ Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliene chiedono!”( Mt 7, 9-11)
La domenica è proprio un invito che lo stesso Padre ci fa, anzi è Lui che ci cerca, perché vuole la nostra felicità, e la nostra felicità solo Lui può darcela.
Diceva Gesù a una mistica, e possiamo sentire le sue parole rivolte anche a noi: ”Quando avete passato tutta una settimana impegnati nei vostri lavori, nei vostri affari ed anche nei vostri svaghi, il vostro Padre, vi chiede di dedicare almeno mezz’ora all’adempimento del suo precetto. E questo esigere molto? Andate dunque, alla sua Casa. Egli vi attende giorno e notte. E ogni domenica o giorno di festa, riservategli questa mezz’ora, assistendo a quel mistero d’amore e di misericordia che è la Messa. Là parlategli di tutto: della vostra famiglia, dei figli, dei vostri affari, dei vostri desideri. Esponetegli le vostre difficoltà e le vostre pene. Se sapeste come vi ascolterà e con quale amore! Aprite la vostra anima e la grazia farà tutto il resto…”.
Approfittiamo di questo invito e lasciamoci afferrare dal suo amore di Padre, credendo e confidando nella sua grazia, onnipotente nell’amore verso di noi, e verso ogni nostra necessità.
sr M. Benedetta
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