Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella quale la santa Madre Chiesa, già sollecita nel celebrare con le dovute lodi tutti i suoi figli che si allietano in cielo, si dà cura di intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel
segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro di cui, dall’inizio del mondo, solo Dio ha conosciuto la fede, perché purificati da ogni macchia di peccato, entrati nella comunione della vita celeste, godano della visione
della beatitudine eterna.
Esercitiamoci, perciò, quotidianamente a morire e alimentiamo in noi una sincera disponibilità alla morte. Sarà per l’anima un utile allenamento alla liberazione
dalle cupidigie sensuali ...
Dal libro «Sulla morte del fratello Satiro» di sant’Ambrogio, vescovo
Gv 6, 37-40
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
Parola del Signore.
Ogni anno in questo giorno commemoriamo tutti i defunti per ricordare coloro che hanno bisogno della preghiera della comunità ecclesiale per poter contemplare il Volto del Padre. La volontà del Padre, potremmo anche dire il suo sogno, è che nessuno si perda, che chiunque crede nel Figlio abbia la Vita. Nella nascita abbiamo ricevuto il dono della vita, con il sacramento del battesimo il dono della vita in Cristo, e così la nostra vita è innestata nella Sua stessa vita: siamo tralci di un’unica vite. Mi chiedo sono consapevole di cosa ho ricevuto in dono?
In questa giornata non può mancare una riflessione sulla morte. La morte, che continuamente tocca la nostra esistenza, soprattutto nella separazione dalle persone care che hanno concluso il loro pellegrinaggio terreno, è una grande, terribile sofferenza che richiede l’aiuto delle persone che ci rimangono ancora accanto e la forza della ripresa nell’esperienza dell’elaborazione del lutto.
Ma chi muore lascia sempre, a coloro che ha amato, qualcosa di prezioso che va custodito. Ricordo, a questo proposito, una testimonianza significativa. Un uomo maturo, felicemente sposato e padre di famiglia, parlando del suo dolore per la morte della sorella, laica consacrata, raccontava uno dei loro ultimi incontri. Un giorno mentre lei dormiva, lui sedeva vicino al suo letto aspettando che si risvegliasse. Quando finalmente ha aperto gli occhi, vedendo suo fratello accanto a lei che piangeva come un bambino, chiamandolo per nome con tutta la tenerezza, per il profondo affetto che li legava, gli aveva detto con un sorriso: “… la vita continua!” Ripensando a questo fatto, che molto mi aveva toccato, ho preso coscienza che, con quelle semplici parole, ella consegnava al fratello un segreto che, col tempo, la vita stessa gli avrebbe svelato: ‘La vita continua per te che continuerai a vivere, ma la vita continua anche per me che sto per concludere la mia avventura terrena.’ Sì, la vita continua!
San Francesco di Sales in una sua lettera a Giovanna di Chantal, che gli chiedeva consiglio riguardo alla possibilità di un incontro con colui che, pur involontariamente, era stato la causa della morte del marito, avvenuta durante una battuta di caccia, scriveva così: “Non intendo che cerchiate di procurarvi un incontro con colui che uccise il vostro signor marito, ma che siate accondiscendente verso coloro che ve lo vorrebbero procurare e che dimostriate di amare tutto. Sì, amate tutto, persino la morte di vostro marito, nella morte e nell’amore del nostro dolce Salvatore”. Solo l’amore, il Suo amore, vince la morte. La vita è un dono e la morte, che pone termine alla nostra vita terrena, ci consegna nell’abbraccio paterno di Dio. Con la morte non cala il sipario, piuttosto si aprono le porte della dimora eterna. Ma la conclusione della vita terrena che, comunque, ci ricorda la brevità dell’esistenza umana, è per noi un invito a vivere più intensamente ogni momento che ci viene donato. “Cristo è morto per tutti perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che è morto e risuscitato per loro”. Tutti restiamo sempre saldamente nelle mani di Dio, che è nostro Padre.
Sr. Chiara
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