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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

2 gennaio 2024 - martedì II settimana del Tempo di Natale


Memoria dei santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa.

Basilio, vescovo di Cesarea in Cappadocia, detto Magno per dottrina e sapienza, insegnò ai suoi monaci la meditazione delle Scritture e il lavoro nell’obbedienza

e nella carità fraterna e ne disciplinò la vita con regole da lui stesso composte; istruì i fedeli con insigni scritti e rifulse per la cura pastorale dei poveri e dei malati; morì il primo di gennaio. Gregorio, suo amico, vescovo di Sásima, quindi di Costantinopoli

e infine di Nazianzo, difese con grande ardore la divinità del Verbo e per questo motivo fu chiamato anche il Teologo. Si rallegra la Chiesa nella comune memoria di così grandi dottori.


Quando, con il passare del tempo, ci manifestammo vicendevolmente le nostre intenzioni e capimmo che l’amore della sapienza era ciò che ambedue cercavamo, allora diventammo tutti e due l’uno per l’altro: compagni, commensali, fratelli.

Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo




Gv 1, 19-28

Dal Vangelo secondo Giovanni


Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».


Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».


Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore.


io battezzo con acqua ...

«…sono voce di uno che grida nel deserto…» 

 

Giovanni Battista, interrogato dai sacerdoti sulla sua identità, si dichiara: «voce di uno che grida nel deserto». Quale risonanza può avere una voce che grida nel deserto? Senza bisogno di pensarci troppo, viene facile rispondere: «Nessuna!». Eppure Giovanni attirava le folle, a lui accorrevano in tanti per ascoltarlo e farsi battezzare. Ma allora?

Egli con la sua vita e le sue parole preparava la strada all’accoglienza del Verbo fatto carne, cercava di aprire uno spiraglio nei cuori, perché vi potesse penetrare un raggio di Luce vera capace di illuminare ogni uomo e ogni donna. In ogni tempo i cercatori di luce, di vita non mancano mai!

All’inizio del nuovo anno siamo ancora immersi nella gioia del Natale che, in questo nostro tempo frenetico, rischia di essere offuscata da tante cose secondarie. Diceva Papa Francesco nella catechesi prima di Natale: “Da che cosa deriva la gioia natalizia? Non certo dall’aver portato a casa dei regali o dall’aver vissuto celebrazioni fastose. La gioia trabocca dal cuore quando si tocca con mano la vicinanza di Gesù, la tenerezza di Dio, che non lascia soli, ma consola. Vicinanza, tenerezza e compassione, così sono i tre atteggiamenti di Dio. E guardando il presepio, pregando davanti al presepio, noi potremo sentire queste cose del Signore che ci aiutano nella vita di ogni giorno. Il presepe è come un piccolo pozzo dal quale attingere la vicinanza di Dio, sorgente della speranza e della gioia. Il presepe è come un Vangelo vivo, un Vangelo domestico. È come il pozzo nella Bibbia, è il luogo dell’incontro, dove portare a Gesù, come hanno fatto i pastori di Betlemme, le attese e le preoccupazioni della vita. Se davanti al presepe affidiamo a Gesù quanto abbiamo a cuore, proveremo anche noi «una gioia grandissima» (Mt 2,10), una gioia che viene proprio dalla contemplazione, dallo spirito di stupore con il quale io vado a contemplare questi misteri. Andiamo davanti al presepe. Ognuno guardi e lasci che il cuore senta qualcosa.”

Allora “Andiamo davanti al presepe” come ci suggerisce Papa Francesco.“Ognuno guardi e lasci che il cuore senta qualcosa”. Siamo ancora in tempo!

Buon anno a tutti dal profondo del cuore! 

                                                                                     Sr. Chiara

 

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