Memoria dei santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa.
Basilio, vescovo di Cesarea in Cappadocia, detto Magno per dottrina e sapienza, insegnò ai suoi monaci la meditazione delle Scritture e il lavoro nell’obbedienza e nella carità fraterna e ne disciplinò la vita con regole da lui stesso composte; istruì i fedeli con
insigni scritti e rifulse per la cura pastorale dei pove- ri e dei malati; morì il primo di gennaio.
Gregorio, suo amico, vescovo di Sásima, quindi di Costantinopoli e infine di Nazianzo, difese con grande ardore la divinità del Verbo e per questo motivo fu chiamato
anche il Teologo. Si rallegra la Chiesa nella comune memoria di così grandi dottori.
L’occupazione e la brama unica per ambedue era la virtù, e vivere tesi alle future speranze e comportarci come se fossimo esuli da questo mondo, prima ancora d’essere usciti dalla presente vita. Tale era il nostro sogno.
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
Gv 1, 19-28 Dal Vangelo secondo Giovanni
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore.
Giovanni venne per rendere testimonianza alla luce. Giovanni è il testimone della luce, la luce vera.
Ma nessun uomo sulla terra ha ricevuto da Gesù parole più belle come quelle pronunciate da Gesù nell’elogio che fa su Giovanni Battista.
Gesù, la luce vera che illumina ogni uomo, di Giovanni Battista dice: “Tra i nati di donna, non è sorto uno più grande di Giovanni Battista. Tuttavia, il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.
Giovanni Battista risponde e dice di Gesù: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo”. Ha reso Gesù l’Agnello di Dio, il canto del cuore del cristianesimo.
Ecco colui del quale io dissi: dopo di me viene uno che mi è passato avanti, perché era prima di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo. Ecco, né Abramo, né Isacco, né Giacobbe, né Mosè videro il Messia. Solo Giovanni Battista lo ha immerso nel Giordano, abbracciandolo con la sua testimonianza: nello Spirito, nell’acqua e nel sangue. Nella Bibbia, tre sono i testimoni: lo Spirito, l’acqua e il sangue e questi tre sono concordi. Sigillati dalla divinità .
Sr M. del Buon Consiglio
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