Festa della Presentazione del Signore, dai Greci chiamata Ipapànte: quaranta giorni dopo il Natale del Signore, Gesù fu condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere la legge mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente ed esultante, luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele.
Il 2 febbraio 2024 si celebra la XXVIII Giornata mondiale della Vita Consacrata.
Dai "Discorsi" di san Sofronio, vescovo
Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell'incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l'abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell'anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo.
Lc 2, 22-40
Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
"Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele".
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori".
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore.
La Liturgia di questa festa del Signore è ricca di simboli e di profezia: il Signore ci parla anche attraverso questi segni, per indicarci il cammino che porta a Lui, nella vita di ogni giorno. Il Bambino è il segno più grande, Maria e Giuseppe, insieme a Simeone, ce lo indicano. Maria e Giuseppe ‘portano il Bambino e lo presentano al Signore’; Simeone lo accoglie fra le braccia e benedice Dio, e si affida alla Salvezza donata, i suoi occhi si aprono sul mistero di Dio, egli riconosce in questo Bambino un segno di contraddizione e di divisione. È un ‘Bambino’ piccolo, ma porta la salvezza di Dio: è Lui la ‘nostra Salvezza’! La ‘Salvezza’ si è fatta fragile come un bambino, per indicarci il cammino da percorrere nei giorni della nostra vita, nella sua quotidianità, mentre andiamo verso il Signore. ‘Cristo è la realtà viva e fatta carne dell’amore salvifico di Dio per tutta l’umanità’, ma è anche segno di contraddizione e di divisione di fronte alla libertà umana. Questo piccolo Bambino non si impone, si offre, si dona: è il Dono del Padre! ‘Entrando nel tempio il Signore ha ristabilito la sua alleanza con l’umanità intera, vero tempio di Dio’. Apriamo il nostro cuore a questo grande Dono del Signore!
Oggi si celebra la festa della ‘Vita Consacrata’, la festa di quanti, sorelle e fratelli, si donano al Signore, come Maria, la Madre, con la preghiera e con le opere della carità cristiana, nel servizio di coloro che sono nel bisogno. Offriamo a Dio per tutti loro la nostra preghiera. Anche a loro fa bene il ricordo orante di tutti.
Chiediamo a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, che ha accolto la volontà del Padre, di insegnare anche a noi l’accoglienza e la docilità al volere di Dio, nel nostro vivere quotidiano.
Buona festa! Deo gratias!
Sr Maria Antonietta
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