San Romualdo, anacoreta e padre dei monaci Camaldolesi, che, originario di Ravenna, desideroso di abbracciare la vita e la disciplina eremitica, girò l’Italia per molti anni, costruendo piccoli monasteri e promovendo ovunque assiduamente tra i monaci la
vita evangelica, finché nel monastero di Val di Castro nelle Marche mise felicemente fine alle sue fatiche.
Dovunque poi il santo avesse disposto di abitare, costruiva dapprima un oratorio con l’altare in una piccola cella, e poi si rinchiudeva e proibiva ad altri di entrarvi.
Dalla «Vita di san Romualdo» scritta da san Pier Damiani
Mt 6, 1-6. 16-18
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore.
Una tentazione molto forte ma anche molto umana, è quella di voler apparire, di fare bella figura di fronte alla gente e, perché no?, di essere al centro dell’attenzione, dell’opinione pubblica, in una parola “sentirci qualcuno”. Ma se l’uomo si ferma all’apparenza, il Signore invece guarda il cuore (1Sam 16,7). Per questo Gesù, da buon pedagogo, ci avverte: State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro (Mt 6,1). Non siate come chi fa tutte le opere per essere guardati dalla gente (cfr. Mt 23,5). Lo dice bene san Paolo: come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori (1Tess 2,3-4).
Perciò, quando fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra (Mt 6,3); e quando digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà (Mt 6,17-18). Dio, infatti, scruta la mente e saggia i cuori per dare a ciascuno secondo il frutto delle sue azioni.
E qual è questo frutto? Non sappiamo quale sarà, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio (Rm 8,26-27). E allora sarà sicuramente un frutto di salvezza che il Padre effonderà a piene mani nei nostri cuori.
sr Marialuisa
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