Mc 8, 22-26 Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». Parola del Signore.
Per comprendere meglio il Vangelo di oggi, forse sarebbe meglio riprendere almeno una frase del brano di ieri. Gesù diceva: «Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchie e non udite?... e non ricordate... » e oggi a Betsàida gli portano un cieco vero pregando di toccarlo.
Perché non gli chiedono di guarirlo?
Nel Levitico leggiamo che quando qualcuno tocca una cosa impura... rimarrà egli stesso impuro e in condizione di colpa (cfr. Lv 5,2). Ma nel Vangelo di Marco, Gesù non si fa’ nessun problema. Già nel cap. 1 davanti a un lebbroso, Gesù tese la mano, lo tocca e lo purifica, prendendo su di sé la condizione del malato: Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti (cfr. Mc 1,40 ss). Anche con il sordomuto, del cap. 7, lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua: guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà» cioè «Apriti» (Mc 7,33-34).
Oggi, Gesù prende per mano il cieco, lo conduce fuori dal villaggio e gli mette la saliva sugli occhi e gli impone le mani per ben due volte. Quindi Gesù non ha paura di toccarci, di prenderci per mano, di entrare nella nostra situazione di morte per rialzarci.
I due passaggi con cui Gesù guarisce il cieco m’interrogano. Che cosa significano? Perché Gesù non riesce a guarire subito il cieco? Forse Gesù mi vuole dire che c’è una cecità “più semplice” quella della vista fisica che lui guarisce subito. Poi c’è una cecità “più difficile”: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». Può sembrare di vedere, ma siamo ancora ciechi. È forse la cecità peggiore perché è il cuore che non vede, il cuore indurito del Vangelo di ieri.
Così le persone diventano come oggetti che servono per soddisfare i nostri desideri, i nostri bisogni (anche a fin di bene a volte) . Quindi anche se pensiamo di vedere, abbiamo bisogno, più che mai, che Gesù ci imponga le mani e ci guarisca. Lui, Figlio di Dio, ci insegna a vedere gli altri come figli amati di Dio e fratelli nostri.
Gesù allora ci prende per mano e ci conduce fuori dal villaggio. Stando soli con Lui, in preghiera, potremo davvero incontrare il Padre e sperimentare questa figliolanza che ci dona occhi nuovi per guardare il mondo e le persone COME LE VEDE LUI.
Deo gratias! Buona visione...
Sr M. Chiara
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