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17 settembre 2019 - martedì XXIV settimana TO

Immagine del redattore: Comunità Monastero AdoratriciComunità Monastero Adoratrici

Aggiornamento: 16 feb 2020

Nel monastero di Rupertsberg vicino a Bingen nell’Assia, in Germania, santa Ildegarda, vergine, che, esperta di scienze naturali, medicina e di musica, espose e descrisse piamente in alcuni libri le mistiche contemplazioni, di cui aveva avuto esperienza.


“Le parole che vedo e sento in questa visione, non sono come le parole pronunciate per bocca di uomo, ma come una fiamma ardente e una nube che si muove nell’aria pura. In alcun modo riesco a scorgere la forma di questo lume, così come non sono in grado di discernere perfettamente il disco solare. E nello stesso lume vedo talvolta, non di frequente, un’altra luce, che mi è stato detto chiamarsi luce vivente.... (...) La mia anima non è mai abbandonata da quel lume, che viene chiamato ombra della luce vivente”.

 

Lc 7, 11-17 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola del Signore.

Ed egli lo restituì a sua madre.

Ragazzo, dico a te, alzati (Lc 7,14)

Con la resurrezione del figlio della vedova di Nain, il brano odierno ci insegna che “Il Signore dà morte e dà vita, fa scendere agli inferi e ne fa risalire” (1Sam 2,6).

Nella vita, infatti, occorre essere pronti e sopportare qualche piccola agonia per poter passare dall’illusione alla vera fede. In quei momenti ci resta un solo salvagente: il Sangue di Cristo perché egli è onnipotente (Preferire Dio – Jean Lafrance).

Sia che viviamo, sia che moriamo siamo dunque del Signore.

Dice San Paolo: Se lo spirito di Colui che risuscitò Gesù da morte abita in voi, Colui che risuscitò da morte Cristo Gesù darà la vita anche ai vostri corpi mortali, in forza dello Spirito che abita in voi (Rm 8,11).

Le sofferenze del tempo presente non hanno un valore proporzionato alla gloria che si manifesterà in noi (Rm 8,18)

Il figlio della vedova di Nain si è alzato in modo inaspettato e meraviglioso; il miracolo non è rimasto sconosciuto a tutti nella Giudea, ma fu annunciato anche fuori di essa come un segno divino e l’ammirazione era sulla bocca di tutti (Cirillo di Alessandria).

Sr M. Margherita

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