Memoria (per noi Festa) di sant'Antonio, abate, che rimasto orfano, facendo suoi i precetti evangelici distribuì tutti i suoi beni ai poveri e si ritirò nel deserto della Tebaide in Egitto, dove intraprese la vita ascetica; si adoperò pure per fortificare la Chiesa, sostenendo i confessori della fede durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano, e appoggiò sant'Atanasio nella lotta contro gli ariani. Tanti furono i suoi discepoli da essere chiamato padre dei monaci.
Egli lavorava con le proprie mani: infatti aveva sentito proclamare: «Chi non vuol lavorare, neppure mangi» (2 Ts 3, 10). Con una parte del denaro guadagnato comperava il pane per sé, mentre il resto lo donava ai poveri. Trascorreva molto tempo in preghiera, poiché aveva imparato che bisognava ritirarsi e pregare continuamente (cfr. 1 Ts 5, 17).
Dalla «Vita di sant'Antonio» scritta da sant'Atanasio vescovo.
Mt 19,16-22 Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ed egli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso”. Il giovane gli disse: “Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?”. Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”. Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.
Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Parola del Signore.

Quel tale che si avvicinò a Gesù era ben lontano da Lui e dai Suoi pensieri... Osservante della Legge, religioso, perfetto, ma lontano dalla Verità. Voleva raggiungere l'eredità eterna, senza mollare quella temporale.
Alla proposta, all'invito di Gesù di lasciare tutto per arrivare là dove desiderava, resta deluso e triste. "Tanto dista il cielo dalla terra, così sono lontani i tuoi pensieri dai nostri pensieri, le Tue vie dalle nostre vie". Il giovane ricco non ha nulla da rimproverarsi riguardo all'osservanza dei comandamenti: "Io ho sempre obbedito a tutti questi comandamenti... quindi che cosa mi manca ancora?".
"Era molto ricco" (cfr. Mt 19,22) e non poteva far parte di tutti quelli che avevano abbandonato TUTTO per causa di Cristo. Non è Cristo la nostra eredità, il nostro Tesoro?
Conoscere Lui e abbandonare ogni cosa per seguirlo non vuol forse dire camminare sulla via della vita? Io sono la via, la verità e la vita, Io già fin d'ora sono la Tua eternità.
Va... vendi... lascia... seguimi...
Dona la Tua vita a chi non mi conosce, dona tutto ciò che hai ricevuto in dono a chi ha fame e sete di AMORE. Ciò che hai ricevuto in Dono condividilo e farai parte della mia Eredità.
Signore Gesù, Tu sei la nostra via, la nostra meta, la nostra eredità magnifica, senza di te non abbaimo alcun bene (cfr. Sl 15).
Senza di Te che cosa possiamo "distribuire ai poveri?" Se non ti conosciamo come può risplendere su di noi la luce del tuo Volto?
Solo la Tua Presenza può insegnarci la Tua Parola viva ed efficace.
Il tuo Spirito buono ci guidi sulla terra piana del Vangelo.
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