Mc 8, 34-39
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c'è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
Parola del Signore.
Chi vuol venire con me rinneghi se stesso. Ha ancora senso questo discorso nell’era in cui ci sentiamo spesso ripetere: bisogna amare se stessi, accettarsi, realizzarsi?
Il vangelo è un messaggio di vita , non di morte. Allora perché Gesù chiede ai suoi di morire a se stessi?
In realtà Dio non vuole la morte di noi peccatori , ma che ci convertiamo e viviamo.
È impossibile vivere la vera vita da Figli amati di Dio senza rinnegare quella parte di noi che tende all’autoaffermazione, che non ama né Dio nè i fratelli, ma solo se stessa.
A Babele, abbiamo visto nella prima lettura di oggi, l’uomo tende all’autorealizzazione, vuole attivare fino al cielo con le sue sole forze, ma fallisce miseramente.
Dio dall’alto si china a guardare ciò che a noi sembra grande e ci invita confidare in lui, a rinnegare il nostro io quando vuole fare tutto da solo e ad affidarci a Lui, a vivere in Lui e con Lui la vera vita, la vita nuova, fliliale.
Signore Gesù, ti chiediamo di guardare con misericordia le torri di Babele che costruiamo anche oggi, e di aiutarci con il tuo spirito, perché, rinnegando il nostro io egocentrico, ci apriamo al vero amore tuo e dei fratelli.
sr M. Bruna
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