Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo di Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della
santa Madre di Dio.
... La nascita del Salvatore non recò il minimo pregiudizio all’integrità della Vergine, perché la nascita di colui che è la verità fu salvaguardia della sua purezza.
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
Mt 13, 1-23
Dal Vangelo secondo Matteo
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti".
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché a loro parli con parabole?". Egli rispose loro: "Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
"Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!".
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno".
Parola del Signore.
In questa domenica Gesù ci racconta la parabola del seminatore e siamo molto felici che poi i discepoli abbiano chiesto spiegazioni, perché grazie alle parole di Gesù anche a noi può risultare più chiara. Tante volte ci sarà capitato magari di ascoltare, nelle omelie o in altri momenti, che tutti abbiamo un po’ tutti questi tipi di terreno nel nostro cuore: non possiamo presumere di essere terreno buono per portare frutto, senza pensare di avere qualche spina, o qualche sasso che impediscono un buon raccolto … E quante volte magari il nemico ha portato via dal nostro cuore qualche seme buono che il Signore aveva lasciato cadere. Ma non scoraggiamoci: guardiamo piuttosto al coraggio del Signore, che continua a sperare in noi, perché di fatto Lui continua a seminare ogni giorno nel nostro cuore il buon seme della Parola. Tante situazioni, inoltre, che viviamo nella giornata possono anche diventare semi nella nostra vita: se vediamo un gesto di carità umile e disinteressata; se un fratello ci rivolge una parola buona o un insegnamento che sulle prime ci può scuotere, ma che ci risveglia dalla nostra apatia; se una persona ci sorride, magari anche senza conoscerci, ma solo perché vuole esserci fratello; se un familiare, o amico ci mostra misericordia. Quante volte ci saranno capitate occasioni così: ebbene, custodiamole nel cuore, perché anche quelle sono semi preziosi, che il Signore desidera portino frutto nella nostra vita.
Il Vangelo di oggi, in questi tempi, mi fa anche molto riflettere. Se ci capita di percorrere le strade del Roero, o verso Alba, o anche il nostro territorio di Pralormo, dopo le recenti grandinate, con dolore constatiamo come mezz’ora di maltempo possa distruggere le fatiche, il sudore, di mesi o anni di lavoro e sacrificio. Ci sembra paradossale: perché seminare, se poi tutto può andare distrutto? Ma non dobbiamo dimenticare che già la semina porta in sé una grande dose di rischio: significa rinunciare a una parte di raccolto (di grano, per esempio, o di altro) per “investirlo” nella terra, senza sapere cosa succederà, se raccoglieremo o no l’anno prossimo, ed è sempre un atto di speranza. Così fa Dio nella nostra vita: semina continuamente, con abbondanza, sperando di raccogliere dei frutti buoni, e chissà quante volte lo abbiamo deluso, perché nemmeno ci siamo accorti del buon seme che veniva gettato in noi … Proviamo a riprendere queste parole di san Paolo, che ci possono incoraggiare: “Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”. (2 Cor 9,6-10) Dio per primo è il seminatore con abbondanza: diamogli la gioia di raccogliere con larghezza in noi e attorno a noi!
Sr Anna Maria (pubblicato su Gazzetta d'Asti di oggi)
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