Lc 24, 35-48
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Parola del Signore.
Scrivere in questi giorni non è facile. Ci siamo trovati come afferma Papa Francesco “smarriti e impauriti”, e il Vangelo odierno ci propone la stessa situazione, vissuta in forma diversa, dai due discepoli di Emmaus. La sintesi del loro scoraggiamento contagioso era che la sorte toccata a Gesù per loro era inspiegabile.
«Speravamo» che Gesù fosse il redentore famoso, glorioso, potente in Israele.
Per noi credenti e non credenti: ci siamo resi conto che nella prosperità in cui vivevamo, stavamo smarrendo il senso della vita. Ma quando il peggio sarà passato, solo se avremo saputo leggere i segni dei tempi e colto l’opportunità di guarire dai mali che ci affliggono, rifiorirà la vita in tutta la sua bellezza.
Come è avvenuto ai discepoli a cui Gesù, prendendo la parola, ha detto loro: «Perché siete turbati e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? ».
Che cosa rispondiamo a Gesù?
Cari lettori, “il Signore ci interpella dalla sua croce, a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e alimentare la grazia che ci abita. Non spegniamo in noi la speranza.” (Papa Francesco)
«Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero».
Anche oggi il Signore cammina sulle strade della nostra storia personale, comunitaria e globale. Perciò preghiamo, insieme a Pietro, «gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi» (1Pt 5,7) e la nostra vita rifiorirà. Buona Pasqua.
Sr M. Margherita
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