San Camillo de Lellis, sacerdote, che, nato vicino a Chieti in Abruzzo, dopo aver seguito fin dall’adolescenza la vita militare ed essersi mostrato incline ai vizi del mondo, maturò la conversione e si adoperò con zelo nel servire i malati nell’ospedale degli incurabili come fossero Cristo stesso; ordinato sacerdote, fondò a Roma la Congregazione dei Chierici regolari Ministri degli Infermi.
Non parlava mai d’altro, né più spesso, né con maggior fervore, che della santa carità, e l’avrebbe voluta imprimere nel cuore di tutti gli uomini.
Dalla «Vita di san Camillo», scritta da un suo compagno
Mt 11, 25-27
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Parola del Signore.
Stiamo constatando come nella nostra società secolare il soffitto si è abbassato e molte persone vivono senza orizzonte trascendente. Sembra che Dio non possa toccare l'interesse dell'uomo di oggi, tutto concentrato su di sè e sulle sue capacità. L'esperienza della pandemia ha sicuramente suscitato qualche dubbio: veramente bastiamo a noi stessi? "Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti": Gesù nel Vangelo di oggi esulta e ringrazia il Padre perché la conoscenza del mistero di Dio è veramente concessa agli uomini: essi lo possono trovare se camminano nella direzione giusta, se rientrano nel numero dei "piccoli". Con questo termine vengono indicate le persone semplici, umili, incapaci di programmare il futuro e di comprendere le disquisizioni sottili dei rabbini. Anche noi possiamo essere inclusi nel numero di questi "piccoli" se ci apriamo a un rapporto con Dio pieno di amore, se non ci accontentiamo di definizioni razionali, ma facciamo di Dio il nostro amico intimo con cui parlare e con cui confrontarci. Egli cerca con noi un rapporto così e ce lo ha dimostrato nella sua Incarnazione: Egli è entrato nel nostro mistero umano con il suo amore divino e ci invita a entrare nel suo mistero divino con il nostro amore umano, rafforzato dal suo Spirito. L'amore entra nel mistero. Il nostro Dio ha accettato l'umiltà della nostra condizione umana per avvicinarsi a noi peccatori, ha amato i poveri e provvede a ogni uomo come a un figlio, non ha atteso che gli chiedessimo perdono, ma ce lo ha offerto nel Sangue del suo Figlio, con una generosità che non cambierà mai, ha aperto per noi la fonte della misericordia e non la chiuderà finché dura la storia. Se ascoltiamo l'inquietudine del nostro cuore e cerchiamo la pace, prima o poi riconosciamo che non possiamo trovarla se non il Lui.
Concludo con una preghiera che mi è molto cara e che esprime bene il senso della mia vita protesa alla ricerca di Dio: "Signore Dio mio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. Che io Ti cerchi desiderandoTi, e Ti desideri cercandoTi, che Ti trovi amandoTi e che Ti ami trovandoTi" (S. Anselmo di Aosta)
sr Maria Daniela
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