San Camillo de Lellis, sacerdote, che, nato vicino a Chieti in Abruzzo, dopo aver seguito fin dall’adolescenza la vita militare ed essersi mostrato incline ai vizi del mondo, maturò la conversione e si adoperò con zelo nel servire i malati nell’ospedale degli incurabili come fossero Cristo stesso; ordinato sacerdote, fondò a Roma la Congregazione dei Chierici regolari Ministri degli Infermi.
Non parlava mai d’altro, né più spesso, né con maggior fervore, che della santa carità, e l’avrebbe voluta imprimere nel cuore di tutti gli uomini.
Dalla «Vita di san Camillo», scritta da un suo compagno
Mt 11, 20-24
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Parola del Signore.

Gesù, negli anni del suo ministero pubblico dimora a Cafarnao e compie quindi la maggior parte dei suoi miracoli in questa città e nelle città vicine della Galilea, Corazin , Betzaida.
In questa pagina l’evangelista Matteo paragona queste città che anche noi riteniamo fortunate per aver potuto vedere camminare nelle proprie strade lo stesso Gesù, alle città peggiori di tutta la storia biblica: Tiro e Sidone, simbolo della ribellione a Dio, Sodoma, la città peccatrice per eccellenza.
Il Vangelo parla chiaramente di un giudizio finale. Oggi forse siamo più abituati a pensare a Dio come Padre Misericordioso piuttosto che come giudice. Dio è senz'altro misericordioso, ma è anche infinitamente giusto e soprattutto sempre in ricerca di una relazione autentica, gratuita , con le sue creature.
Gesù compie miracoli di guarigione con la Sua potenza ed è stupito, addolorato vedendo l’ingratitudine, la durezza di cuore degli abitanti delle città della Galilea, che non si convertono, non entrano in relazione di amicizia con quel Dio che in Gesù si è fatto loro vicinissimo.
La nostra Madre Priora in questi giorni ci ha detto che saremo giudicati sulla gratitudine.
Che cosa significa convertirsi? Significa compiere il passaggio dal pensare che tutto sia dovuto, tutto sia scontato, al pensare che TUTTO è un dono di Dio, a partire dalle realtà più semplici.
Proviamo oggi a ringraziare per la casa in cui abitiamo, per il cibo che troviamo sulla tavola, per l’acqua, per l’aria che respiriamo (pensiamo a chi, colpito dal corona-virus, in questo momento fatica a respirare….), per la salute di cui godiamo o per il fatto che se siamo bisognosi di cure abbiamo a disposizione medici e medicine….
L’elenco potrebbe continuare a lungo.
Il nostro Santo Cottolengo ci ha insegnato a dire DEO GRATIAS per ogni cosa.
Tutto nella nostra vita è dono gratuito di Dio.
Dio Padre gioisce quando, anziché afferrare con arroganza i Suoi doni, riconosciamo la Sua mano di Donatore e ci riconosciamo finalmente Suoi figli amati.
Sr Maria Bruna
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