Festa dei santi Cirillo, monaco, e Metodio, vescovo. Questi due fratelli di Salonicco, mandati in Moravia dal vescovo di Costantinopoli Fozio, vi predicarono la fede cristiana e crearono un alfabeto per tradurre i libri sacri dal greco in lingua slava. Venuti a Roma, Cirillo, il cui nome prima era Costantino, colpito da malattia, si fece e monaco in questo giorno si addormentò nel Signore. Metodio, invece, ordinato da papa Adriano II vescovo di Srijem, nell'odierna Croazia, evangelizzò la Pannonia senza lesinare fatiche, dovendo sopportare molti dissidi rivolti contro di lui, ma venendo sempre sostenuto dai Romani Pontefici; a stare Mesto in Moravia, il 6 aprile, ricevette il compenso delle sue fatiche.
Lc 10,1-9
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio"».
Parola del Signore.
Oggi ricorre la festa dei SS Cirillo e Metodio, patroni d'Europa, con il Vangelo proprio.
Il Signore aveva scelto i dodici apostoli e li aveva inviati per una prima missione ad annunciare la Buona Novella del Regno. Qui vediamo come desideri estendere il raggio di azione, designando altri 72 che invia a due a due là dove Egli stesso sta per recarsi. Questi discepoli, prima di evangelizzare con la predicazione devono essere testimoni dell'amore fraterno che tra i due intercorre in modo ovviamente intelligibile.
Ciò significa per noi "cristiani" di oggi che la fecondità della Parola che desideriamo annunciare al prossimo dipende dalla credibilità della nostra vita personale e comunitaria. Quando dico "cristiani" intendo non solo il clero, i consacrati, ma anche i laici, in virtù del battesimo che li ha innestati in Cristo.
Il Divino Maestro ci pone sull'avviso che non sarà facile: "Vi mando come agnelli in mezzo a lupi". Teniamo anche presente che Egli sempre ci precede e che il suo Santo Spirito di Verità, ci insegna tutta la verità e ci pone in bocca tutto ciò che dobbiamo dire.
Vorrei infine ricordare che la carità verso il prossimo e i fratelli più bisognosi si esplicita non solo nelle opere di misericordia, senza dimenticare la carità più grande che anche i poveri tra i poveri possono esercitare è la preghiera, che è l'anima di ogni apostolato, fonte di pace e di fratellanza tra le nazioni in questo mondo così provato da guerre, carestie e pestilenze. Essa rivolta a Dio perchè mandi operai nella sua messe abbondante, lo muove ad illuminare i cuori perchè sentanto il fascino della meravigliosa avventura che li attende alla sequela di Cristo.
Con Cristo il fuoco dell'amore è in noi, anzi ci possiede; con Cristo, più intimo a noi di noi stessi, il regno di Dio è in mezzo a noi.
Signore Gesù, attiraci con forza divina a te a agisci Tu in noi, perchè ti seguiamo nella novità dell'amore sempre rinnovato dal Tuo divino Spirito e rendici per i nostri fratelli fonti di pace, di luce, fuochi di amore accanto a cui possono scaldare le mani e i cuori intirizziti dal freddo dell'indifferenza. Amen!
sr M. Liliana
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