Memoria di san Giovanni della Croce, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani e dottore della Chiesa, che, su invito di santa Teresa di Gesù, fu il primo tra i frati ad aggregarsi alla riforma dell’Ordine, da lui sostenuta tra innumerevoli fatiche, opere e aspre tribolazioni. Come attestano i suoi scritti, ascese attraverso la notte oscura dell’anima alla montagna di Dio, cercando una vita di interiore nascondimento in Cristo e lasciandosi ardere dalla fiamma dell’amore di Dio. A Ubeda in Spagna riposò, infine, nel Signore.
Oh, se l’anima riuscisse a capire che non si può giungere nel folto delle ricchezze e della sapienza di Dio, se non entrando dove più numerose sono le sofferenze di ogni genere, riponendovi la sua consolazione e il suo desiderio! Come chi desidera veramente
la sapienza divina, in primo luogo brama di entrare veramente nello spessore della croce!
Dal «Cantico spirituale» di san Giovanni della Croce, sacerdote
Mt 21, 23-27
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch'io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch'io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: "Dal cielo", ci risponderà: "Perché allora non gli avete creduto?". Se diciamo: "Dagli uomini", abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Parola del Signore.
Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?» (Mt 21-23). Quale segno ci mostri per fare queste cose? (Gv 2,12).
Gesù ha appena scacciato i venditori dal tempio e i Giudei sono stupiti e sconcertati dal suo comportamento: egli infatti parla e agisce come uno che ha autorità, e non come gli scribi (cfr. Mt 7,28).
Nel suo commento alla Regola di san Benedetto, P. Guillaume scrive che “autorità” deriva dal latino auctor che - a sua volta – viene dal verbo augere che significa far crescere, oppure essere un buon profeta, colui che fonda, che stabilisce.
Con la loro domanda: Chi ti ha dato questa autorità?, i capi dei sacerdoti e gli anziani dimostrano di aver capito molto bene il gesto di Gesù, che si pone come il vero fondamento, come la solida Roccia sulla quale poggiare saldamente i nostri passi: infatti, chi è la Roccia, se non il nostro Dio? (Sl 18 (17). È Lui che ha stabilito i miei piedi sulla roccia e ha reso sicuri i miei passi. Lui solo è mia roccia e mia salvezza (Sl 62).
Ma contemporaneamente Gesù invita a prendere posizione, a scegliere da che parte stare, ad andare oltre le nostre posizioni. Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo (Mt 21,24).
Gesù sempre ci interpella, ci invita ad uscire dai nostri gusci vuoti per andare incontro a Lui, che è la Via, Verità e Vita, la vera Roccia della nostra vita. Perciò preghiamo con le parole del Salmo responsoriale di oggi: Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu, Signore, la via della vita (cfr. Sl 24,4-5).
Sr. Marialuisa
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