Memoria di san Giovanni, vescovo di Costantinopoli e dottore della Chiesa, che, nato ad Antiochia, ordinato sacerdote, meritò per la sua sublime eloquenza il titolo di Crisostomo e, eletto vescovo di quella sede, si mostrò ottimo pastore e maestro di fede. Condannato dai suoi nemici all’esilio, ne fu richiamato per decreto del papa Sant’Innocenzo I e, durante il viaggio di ritorno, subendo molti maltrattamenti da parte dei soldati di guardia, il 14 settembre, rese l’anima a Dio presso Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia.
Disprezzo le potenze di questo mondo e i suoi beni mi fanno ridere. Non temo la povertà, non bramo ricchezze, non temo la morte, né desidero vivere, se non per il vostro bene.
È per questo motivo che ricordo le vicende attuali e vi prego di non perdere la fiducia.
Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
Lc 7, 11-17
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola del Signore.
Questo Vangelo dice che Gesù andò in una città chiamata Nain accompagnato dai suoi discepoli e da molta folla. Nain sorgeva sulla strada che dal lago di Gennesaret, passando ai piedi del Tabor conduce in Samaria.
Naim era un piccolo villaggio, e alla porta si inconrarono due cortei: il corteo guidato da Gesù e dai suoi apostoli e il corteo preceduto dalla morte.
Il morto era l'unico figlio di una donna vedova. In lui essa trovava protezione, il sostentamento e il conforto. Questa sventura suscita compassione della folla, che poteva confortare, ma nessuno poteva aiutare.
Gesù vedendola, ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere".
Poi tocca la bara e i portatori si fermarono.
Gesù esclamò: "Giovinetto, a te dico: alzati". E il morto si levò a sedere e cominciò a parlare e Gesù lo diede a sua madre. Dio porta la misericordia e la consolazione. Dio inaugura il suo Regno con la compassione e l'amore.
Gesù chiama il giovinetto come se fosse vivo. Il suo appello dà la vita. Il giovinetto torna a vivere, si siede, incomincia a parlare. Ecco la potenza sta al servizio della misericordia del tempo della salvezza.
Con immensa riconoscenza e misericordia Dio visita il suo popolo.
sr M. del Buon Consiglio
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