Beata Maria Vergine di Fatima in Portogallo, la cui contemplazione nella località di Aljustrel come Madre clementissima secondo la grazia, sempre sollecita per le difficoltà degli uomini, richiama folle di fedeli alla preghiera per i peccatori e all’intima conversione dei cuori.
Portando in sé la divinità, Maria è diventata cielo per noi. Cristo infatti, senza separarsi dalla gloria del Padre, ha racchiuso la sua divinità nei ristretti limiti di un grembo, per innalzare gli uomini a una dignità più alta. Scelse lei sola in tutta la schiera delle vergini, perché fosse lo strumento della nostra salvezza.
In lei ebbero compimento tutte le predizioni dei profeti e dei giusti. Da lei uscì quella splendidissima stella, sotto la cui guida il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce (cfr. Is 9,1). Maria può essere chiamata convenientemente con molti nomi. Ella infatti è tempio del Figlio di Dio, il quale da lei è uscito in modo diverso da come era entrato; infatti era entrato nel grembo senza corpo, ne uscì rivestito di un corpo.
Ella è quel mistico cielo nuovo, nel quale il Re dei re prese dimora come nella sua sede e dal quale è venuto sulla terra, facendo apparire il suo essere simile agli uomini (cfr. Fil 2,7).
Dai «Discorsi» di sant’Efrem, diacono
Gv 16, 16-20
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne vado al Padre"?». Dicevano perciò: «Che cos'è questo "un poco", di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Parola del Signore.
"In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: In verità, in verità vi dico: voi piangerete e gemerete e il mondo gioirà, sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza sarà mutata in gioia".
Il vero cristiano lo sa bene, che nella vita il dolore non può essere evitato, ma lo sbocco che egli dà alle sue pene non è la disperazione, bensì una pacata gioia e serenità che gli permette di non soccombere, alle sue pene e ansie, perchè il suo soffrire ha un nome, ha una speranza, il suo dolore è rivestito della luce del Risorto.
Umanamente parlando, anche gli apostoli, erano "uomini paurosi" dubbiosi, tardi nel capire ciò che Gesù insegnava loro.
La Parola del Signore di oggi ci dice di aver fiducia nella premura paterna di Dio. Infatti carissimi, Gesù si prende cura di noi. E' questa la confortante certezza che invade il nostro cuore davanti a questo annuncio. Egli ci dice: "voi valete più di molti passeri".
In qualsiasi vita bisogna vigilare, sapientemente. Il nemico della natura umana, ingigantisce sempre le nostre paure, sicchè è proprio presentando con fiducia a Dio la propria fragilità, impariamo a non farci sopraffarre dalla paura, ma a lasciarci amare da Gesù.
E da qui che comincia la fede e la gioia nei nostri cuori.
Deo gratias!
sr M. Margherita
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