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13 dicembre 2019 - venerdì 2° settimana di Avvento

Aggiornamento: 1 mar 2020

Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.


Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e non temere la sofferenza. È più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo, tra le mani dei persecutori. Lei dice: Poco tempo era trascorso da quando le avevo oltrepassate. Infatti una volta libera dalle mani dei persecutori e vittoriosa sui poteri del male, subito, all’istante ti verrà incontro

Cristo, né permetterà che si prolunghi la tua prova.

Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: L’ho stretto forte e non lo lascerò finché non lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice (cfr. Ct 3, 4).

Che cos’è la casa, la stanza di tua madre, se non il santuario più intimo del tuo essere?.

Dal libro «Sulla verginità» di sant’Ambrogio, vescovo



Mt 11, 16-19 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!". È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "È indemoniato". È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori". Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Parola del Signore.

A chi posso paragonare questa generazione?

“A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto”( Mt 11, 16-17).

In un altro passo Gesù ci dà come modello positivo i bambini, infatti ” chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo e disse: se non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18, 2-3), proprio per l’affidamento cieco che hanno i bambini nei loro genitori : “io invece resto quieto e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia” (Sl130,2).

Invece qui, Gesù paragona i suoi contemporanei - e possiamo sentire il suo messaggio rivolto anche a noi, oggi - a dei bambini capricciosi, che non stanno per nulla al gioco e che non sanno né lamentarsi, né divertirsi, né vogliono fidarsi. Vivono come una vita piatta, la subiscono, non la vivono. Non sanno piangere nel dolore, né rallegrarsi nella gioia, sono come anestetizzati, infatti la sfiducia paralizza. Hanno occhi, ma non vedono, hanno orecchi, ma non odono, vivono non vivendo.

Gesù è venuto a portarci la novità del Vangelo, la sua freschezza, la sua potenza che è all’opera in ogni momento e nella vita di ciascuno, è importante chiedere la grazia di saperlo riconoscere nella nostra quotidianità. A volte siamo come i discepoli di Emmaus: Lui cammina con noi e non ci accorgiamo, restiamo chiusi nel nostro guscio, abbiamo bisogno che Lui ci apra gli occhi per vedere le meraviglie che opera con noi. “Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, Tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi anni… il tuo mantello non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi anni” (Dt 8, 2.4) e ringrazialo con tutto il cuore perché tutto è grazia.

“Tutto ciò che le lancette dell’orologio segnano nella nostra giornata viene da Lui, non c’è tempo, momento, stato d’animo, situazione, sofferenza, fatica, momento di buio o momento di luce che, in qualche modo, non sia riconducibile o alla Sua Volontà o al Suo permesso e - in ogni modo - alla Provvidenza. Tutto viene da Lui, in tutto ciò che ci capita, possiamo vedere un aspetto positivo del Suo darci qualcosa” (Cardinal Martini).

L’Avvento è il tempo della vigilanza, anche noi abbiamo bisogno di stare desti per sentire, come i surfisti “quale sarà la prossima onda, dove ci porterà?”. Ascoltiamo l’onda, ascoltando la Sua Parola.

Ascolta il tuo istinto, che è lo Spirito di Gesù, fidati di Lui e Lui ti insegnerà a gioire e a piangere nel linguaggio dell’amore.

sr M. Benedetta

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