Mt 5, 27-32 Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».
Parola del Signore.
Il brano di oggi è tratto da una serie di commenti alla legge che Gesù fa dopo aver dato, sulla montagna, la nuova legge delle Beatitudini.
Al versetto 17, dice: non sono venuto per abolire [la legge], ma a dare pieno compimento. Il brano di oggi, lo possiamo leggere in quest’ottica.
Il comando di Dio: “Non commetterai adulterio” (Es 20,14; Dt 5,18), non riguarda solo l’atto fisico in sé, perché ci sono diversi adulteri morali, spirituali, intellettuali. Per esempio, a volte facciamo di tutto per bloccare l’altro, per legarlo a noi, ai nostri desideri e pensieri e invece di diventare strumenti di liberazione, diventiamo catene di schiavitù per le persone che ci circondano.
Il nostro Dio non è così: ci ha dato una legge che ci libera e nessuno dei suoi figli ci può mettere nuove catene: “Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati” (Sl 124,7).
San Giovanni della Croce ci dice che “Colui che non si lascia trasportare dai suoi appetiti non controllati, vola leggero secondo lo spirito, come l’uccello cui non mancano le penne” (S. Giovanni della Croce – Detti di luce e di amore n.23).
“Non ha importanza che sia sottile o grosso il filo con cui è legato un uccello, perché questo rimanga prigioniero, sia nell’uno che nell’altro caso, fino a quando non l’avrà spezzato. È vero che quello sottile si strappa più facilmente; tuttavia se non lo rompe, l’uccello non può levarsi a volo” (S. Giovanni della Croce – Salita al monte Carmelo, L.1 cap. II p.4).
Per questo Gesù ci consiglia di cavare l’occhio o la mano che è motivo di scandalo: non perché desidera avere figli mutilati, mozzati nei propri desideri, ma perché ci vuole liberi da tutti i lacci con cui noi stessi ci leghiamo a terra.
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù spiega: «In Verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato... Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero» (Gv 8,34.36).
Oggi potremmo riflettere sul nostro volo nell’itinerario interplanetario di grande respiro a cui il Signore ci invita. Abbiamo già spiccato il volo? ... oppure se ci sono ancora tanti piccoli lacci, laccetti o catene pesanti che ci tengono ancorati a terra impedendoci di volare? O Signore, rendici liberi e saremo liberi davvero!
Buona giornata
Sr M. Chiara
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