Festa di san Benedetto, abate, patrono d'Europa che, nato a Norcia in Umbria ed educato a Roma, iniziò a condurre vita eremitica nella regione di Subiaco, raccogliendo intorno a sé molti discepoli; spostatosi poi a Cassino, fondò qui il celebre monastero e scrisse la regola,
che tanto si diffuse in ogni lugo da meritargli il titolo di patriarca dei monaci in Occidente. Si ritiene sia morto il 21 marzo.
Il Signore cerca nella moltitudine del popolo il suo operaio e dice: C’è qualcuno che desidera la vita e brama trascorrere giorni felici? (cfr. Sal 33,13). Se tu all’udire queste parole rispondi: Io lo voglio! Iddio ti dice: Se vuoi possedere la vera e perpetua
vita, preserva la lingua dal male e le tue labbra non pronunzino menzogna: fuggi il male e fa’ il bene: cerca la pace e seguila.
Dalla «Regola» di san Benedetto, abate
Mt 19,27-29
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Parola del Signore.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
Penso che sia capitato a molti, di coloro che lasciano la famiglia, gli amici, il lavoro, ecc. per seguire Gesù, di sentirsi rivolta questa domanda: “Perché lasci tutto quello che hai?” Ma la domanda giusta, di cui è consapevole chi parte, è un’altra: “Per Chi lasci tutto?”. Per un Amore più grande che invita a seguirlo. Si può rispondere di no all’Amore? Chi ha incontrato Gesù e ha fatto l’esperienza del suo amore, come può dirgli di no? Il Signore invitandoci alla sua sequela vuole farci partecipi di un’altra logica, quella del suo Regno, cioè della gratuità, della comunione, del servizio. Noi, molte volte, dopo l’entusiasmo degli inizi, ci ritroviamo, come i primi discepoli, fermi ai nostri interrogativi: e noi che cosa ne avremo in cambio? Gesù, capendo le difficoltà che viviamo, prende sul serio le nostre domande e risponde, oggi come allora: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Egli, dopo averci scelto, cammina con noi per farci arrivare alla meta.
Benedetto - fondatore del monachesimo occidentale - di cui oggi celebriamo la festa, con una sapienza che ben conosce le forze e le resistenze umane, ha scritto una Regola che aiuta, chi bussa alla porta del Monastero, a mettersi al servizio del Signore con tutto il cuore. Questa Regola, che, dai tempi di san Benedetto ai nostri giorni, ha guidato molti nel cammino, aiuta, anche oggi, monaci e laici a orientarsi nella sequela del Signore per imparare a non anteporre nulla al suo amore.
Sr. Chiara
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