Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il quale, mite e umile di cuore, esaltato sulla croce, è divenuto fonte di vita e di amore, a cui tutti i popoli attingeranno.
Sorgi, dunque, o anima amica di Cristo. Sii come colomba «che pone il suo nido nelle pareti di una gola profonda» (Ger 48, 28). Come «il passero che ha trovato la sua dimora» (Sal 83, 4), non cessare di vegliare in questo santuario. Ivi, come tortora, nascondi i tuoi piccoli, nati da un casto amore. Ivi accosta la bocca per attingere le acque dalle sorgenti del Salvatore (cfr. Is 12, 3). Da qui infatti scaturisce la sorgente che scende dal centro del paradiso, la quale, divisa in quattro fiumi (cfr. Gn 2, 10) e, infine, diffusa nei cuori che ardono di amore, feconda ed irriga tutta la terra.
Dalle «Opere» di san Bonaventura, vescovo
Mt 5, 17-19
Gv 19, 31-37
Dal Vangelo secondo Giovanni
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato era infatti un giorno solenne quel sabato , chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Parola del Signore.
Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco e subito ne uscì sangue ed acqua (Gv 11,34).
Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Zc 12,10).
Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione (Os 11,8c).
Cristo abita per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità siate in grado... di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza (Ef 3,17-18.19).
La liturgia di oggi, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, ci immette nel mistero inenarrabile di questo Cuore che si dona per redimere tutti gli uomini, fino alla morte e, oltre essa, alla trafittura da cui uscì sangue ed acqua.
Da questa sorgente nasce la Chiesa: l’acqua è simbolo del Battesimo che avrebbero ricevuto i credenti in Lui, il Sangue dell’Eucaristia, Cristo realmente presente in mezzo a noi fino alla fine dei tempi, il quale si offre a noi come cibo che ci fortifica nella fede, nella speranza e nell’amore.
Zaccaria aveva profetizzato l’attrazione esercitata sugli uomini da Colui che sulla Croce avrebbe subito, come drammatico atto finale, la trafittura del Cuore.
Per noi credenti, oggi, volgere lo sguardo in modo profondamente contemplativo a Lui significa giungere a penetrare, per grazia di Spirito Santo, nel mistero di un Cuore amante e fremente di compassione per tutti gli uomini di tutti i tempi: Gesù non è morto per la salvezza di molti, ma di tutti. Sulla croce, infatti, ha chiesto al Padre perdono per i suoi crocifissori.
Troviamo una conferma circa questa immensa grazia offerta a tutti al n. 326 della Lumen Gentium del Vaticano II: «Quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e che tuttavia cercano sinceramente Dio e con l’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le loro opere la volontà di Lui, conosciuta attraverso il dettame della conoscenza, possono conseguire la salvezza eterna».
Sappiamo, inoltre, che lo Spirito Santo non è ingabbiato: misteriosamente, troverà le vie di accesso ai cuori di ogni uomo, che resta comunque libero di aderire o meno alla fede in Gesù.
Padre, che ci ami con una tenerezza paterna e materna ad un tempo, donaci di attingere dal Cuore di Cristo trafitto la conoscenza di questo amore che supera ogni conoscenza e rinnovaci con la grazia dello Spirito Santo perché, anche attraverso la nostra testimonianza, tutti gli uomini giungano alla salvezza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
sr M.Liliana
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