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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

11 agosto 2022 - giovedì della XIX settimana del T.O.

Memoria di santa Chiara, vergine, che, primo virgulto delle Povere Signore dell’Ordine dei Minori, seguì san Francesco, conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai,

neppure nell’estrema indigenza e infermità, permise di essere separata.


Osserva anzitutto l’inizio di questo specchio e vedrai la povertà di chi è posto in una mangiatoia ed avvolto in poveri panni. O meravigliosa umiltà, o stupenda

povertà!

Dalla «Lettera alla beata Agnese di Praga» di santa Chiara, vergine



Mt 18, 21 - 19, 1 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».

E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.


Parola del Signore.

... abbi pazienza ...

In questo Vangelo, c'è la Legge del perdono aperta da Pietro che dice a Gesù: "Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte devo perdonare? Fino a sette volte?".

E Gesù gli disse: "Non ti dico fino a sette volte, bensì fino a settanta volte sette".

Ecco, la domanda riguarda la misura del perdono.

Ci sarà un criterio per misurare il dovere della riconciliazione?

Il numero sette citato da Pietro è un numero sacro, così come il numero seguente di settanta volte sette significa qualcosa di perfetto e di totale. Il sette significa qualcosa come prestazione massima.

Ecco, se i fratelli non si perdonano a vicenda c'è in gioco il loro destino umano ed eterno. Ogni fratello sa che è impegnato a perdonare, se vuole essere giustificato davanti a Dio.

Chi riceve personalmente misericordia senza misura, non può chiederla per se inducendo i proprio cuore.

Perchè la misura con la quale Dio ci misura è la stessa con la quale dobbiamo misurare tutti. Solo così noi saremo personalmente chiamati alla resa dei conti nel giudizio eterno.

sr M. del Buon Consiglio

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