Memoria della deposizione di santa Scolastica, vergine, che, sorella di san Benedetto, consacrata a Dio fin dall’infanzia, ebbe insieme con il fratello una tale comunione in Dio, da trascorrere una volta all’anno a Montecassino nel Lazio un giorno intero nelle lodi di Dio e in sacra conversazione.
Non fa meraviglia che Scolastica abbia avuto più potere del fratello. Siccome, secondo la parola di Giovanni, «Dio è amore», fu molto giusto che potesse di più colei che più amò.
Dai «Dialoghi» di san Gregorio Magno, papa
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".
Parola del Signore.
Mentre Adamo ed Eva che vivono nell'intimità con Dio, perdono la loro capacità di dialogo in seguito al peccato: si fidano delle bugie del serpente invece che della Parola di Dio. Si chiudono in se stessi e fuggono dalla presenza del Signore. Chi riuscirà ad aprirli di nuovo alla confidenza in Dio? Nel Vangelo vediamo che il sordomuto si avvicina fiducioso a Gesù che lo guarisce toccando le sue orecchie e la sua lingua ed emettendo un sospiro: questo gesto un po' misterioso mi fa pensare al dono dello Spirito, il respiro di Dio che comunicato nuovamente all'uomo, lo rende di nuovo capace di parlare e ascoltare sia Dio che gli altri. Questa guarigione è un avvenimento anche in senso simbolico: ristabilisce il sordomuto nella comunione e nel dialogo con gli altri per indicare la guarigione profonda che Dio opera in ciascuno di noi attraverso i sacramenti che sono in un certo senso il "tocco" di Gesù in noi e su di noi. Ma il nostro rapporto con Dio che è dono della sua grazia, è proporzionato anche al nostro amore per Lui. Lo si evince dalla testimonianza di santa Scolastica che è giunta a noi attraverso la penna del grande Papa Gregorio Magno. Leggiamo: "Benedetto scese come sempre una volta all'anno a incontrare la sorella Scolastica monaca in un monastero vicino al suo. Protratti i santi colloqui la pia sorella lo supplicò dicendo: "Ti prego non mi lasciare questa notte, ma parliamo fino al mattino delle gioie della vita celeste". Benedetto le rispose: "Che cosa dici? non posso assolutamente pernottare fuori dal monastero". Scolastica, udito il diniego del fratello poggiò le dita intrecciate sulla tavola e piegò la testa sulle mani. Quando levò il capo dalla mensa scoppiò un tale uragano con lampi e tuoni e rovescio di pioggia che Benedetto non poté mettere piede fuori dalla soglia dell'abitazione. Allora Benedetto disse: "Dio onnipotente ti perdoni sorella che cosa hai fatto?" "Ecco ho pregato te e non hai voluto ascoltarmi. Ho pregato il mio Dio ed egli mi ha esaudita: Ora esci pure se puoi!" Siccome secondo la parola di Giovanni "Dio è amore" fu molto giusto che potesse di più colei che più amò".
Sr Maria Daniela
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