Il Santuario della Beata Vergine del Portone è più comunemente chiamato dagli astigiani Madonna del Portone. In latino, prende anche il titolo di Porta Paradisi, Porta del Paradiso.
L’immagine venerata in Santuario, raffigurante la beata Vergine con Bambino tra i santi Secondo e Marco, venne affrescata da Gandolfino da Roreto (fine XIV – inizio XV sec.) sopra l’architrave dell’antica porta della cinta muraria di borgo San Marco.
Lc 4, 38-44
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Parola del Signore.
Gesù passò facendo del bene, guarendo ogni sorta di malattia e di infermità nel popolo, sanando e beneficando tutti quelli che si rivolgevano a Lui con fiducia, come la suocera di Simone che era in preda a una grande febbre, ma il Signore la sosterrà sul letto del dolore; le darà sollievo nella sua malattia (Sl 41,4). Gesù, infatti, si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò (Lc 4,38b).
Al calar del sole, poi, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso su di sé le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie (cfr. Mt 8, 17). Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno (Eb 4,15-16).
E la gente, accorrendo da tutta quella regione, cominciò a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati (Mc 6,55-56).
Riascoltiamo, allora, nel profondo del nostro cuore le consolanti parole, che Gesù rivolge oggi personalmente a ciascuno di noi: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, schiacciati dal peso di tante malattie, e io vi darò ristoro (Mt 11,28), perché Io sono il Signore, colui che ti guarisce! (Es 15,26b).
sr Marialuisa
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