Dal punto di vista storico si può dire che già anticamente era viva la devozione al Preziosissimo Sangue. Dopo un lungo periodo nel corso del quale questa devozione non venne più praticata, il Sangue di Cristo cominciò nuovamente ad essere adorato nella prima metà dell'ottocento, attorno a una presunta reliquia della Passione che si conservava nella Basilica di S. Nicola in Carcere (oggi S. Giuseppe a Capo le case).
L'iniziatore, fu un pio sacerdote, poi vescovo, don Francesco Albertini, promotore di una Confraternita intitolata appunto al Preziosissimo Sangue, nel cui seno si formarono grandi spiriti che ne proseguirono e ne diffusero la devozione.
Tra gli altri propagatori di questa devozione, brillano i nomi di S. Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue. ... Nel 1822, S. Gaspare presentò istanza alla Santa Sede per ottenere il "Nulla osta" per la celebrazione della festa del Preziosissimo Sangue. La Sacra Congregazione dei Riti Religiosi, concesse di celebrarla la prima domenica di luglio, ma solo all'interno della congregazione di S. Gaspare.
Pio IX la fissò al primo luglio, e Pio XI la elevò a rito doppio di prima classe nell'aprile 1934, a ricordo del XIX centenario della Redenzione.
Paolo VI poi, abbinò questa festa a quella del Corpus Domini, creando però malcontento tra i devoti e gli istituti religiosi dedicati al Sangue di Cristo. Ricevuti in udienza i devoti e gli istituti, il Papa volle chiarire il significato di tale abbinamento, ribadendo la sua intenzione di non degradare in nessun modo la devozione al Sangue.
Il Santo Padre concesse ugualmente il diritto di celebrare la festa il primo luglio, con liturgia di solennità.
Dal Vangelo secondo Marco - 14,12-16; 22-26
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Parola del Signore.
Oggi ricorre per noi Adoratrici la Solennità del Preziosissimo Sangue di Gesù. Nelle parole da Lui pronunciate sul pane e sul vino, accade una realtà misteriosa e ineffabile: il dono di sè, come vero agnello pasquale, che sulla Croce versa il suo sangue per molti. Muore per la nostra salvezza e, morendo, sconfigge definitivamente la morte e colui che della morte aveva il potere, cioè il diavolo.
Attraverso la consacrazione del pane e del vino, in ogni Messa ci viene donato il cibo il suo corpo e il suo sangue come bevanda: mangiamo e beviamo veramente Lui che ci assimila a sè. Non ringrazieremo mai abbastanza per questo Sacramento che ci rende commensali del banchetto celeste. Sarà stupendo ciò che ci attende. Se lo vogliamo, il Paradiso è nostro!
Signore Gesù, ti ringraziamo di averci donato te stesso nel Santissimo Sacramento dell'altare: rendici sempre più somiglianti a Te e ravviva nel nostro cuore il desiderio che mai si estingua la sete di vivere in eterno con te.
Amen!
Sr. M. Liliana
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